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Adolescenti fotografati con lo snowboard sul Sacrario del Monte Grappa – Rizzotto (ZP) e Finco (LV): «Una vergogna. Presentata una mozione perché tornino gli Alpini, gli unici in grado di ricordare ai responsabili il valore senza tempo di questo monumento»
Pubblicato il 22 Dicembre 2020

Venezia, 22 dicembre 2020 – «E’ davvero una vergogna vedere le foto diffuse sui social di un gruppo di ragazzi che, con lo snowboard ai piedi, scivola lungo la rampa innevata che conduce all’ossario militare. Fa male vedere come un luogo sacro, dedicato al ricordo di tutti coloro che hanno perso la vita nel corso della Grande Guerra sulle nostre montagne, sia stato profanato in questo modo da ragazzi che non conoscono la storia. Tutto questo non sarebbe stato possibile fino a poco tempo fa, quando a presidiare il Sacrario c’erano loro, gli Alpini dell’Ana. I detentori di una memoria condivisa che tutta Italia ci invidia. Purtroppo, l’emergenza Covid-19 ha fatto sì che il servizio di vigilanza sia sospeso. Abbiamo quindi presentato una mozione per chiedere alla Giunta regionale del Veneto di farsi portavoce presso il Governo, coinvolgendo anche i Comuni limitrofi, perché venga ripristinata la presenza dei militari in un luogo così importante per la storia del Veneto e dell’Europa intera». A dirlo sono Silvia Rizzotto (Zaia Presidente), presidente della Seconda commissione consiliare permanente, e Nicola Finco (Liga Veneta per Salvini Premier), vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto.

«Non è la prima volta che il Sacrario del Monte Grappa viene scambiato per un comune luogo di villeggiatura da chi, con tutta evidenza, non conosce il significato di questo simbolo – continuano i due consiglieri regionali -. Questi comportamenti incivili rendono evidente da un lato quanto il ruolo dell’esercito sia importante per la tutela del Sacrario, del Sacello e del Museo, e dall’altro invece quanto lavoro ancora ci sia da fare nelle scuole, perché i nostri ragazzi non dimentichino ciò che è stato. E gli unici a poterlo fare, sono gli Alpini: perché sono esempio nazionale di sacrificio, perché li, su quel monte, su queste montagne, moltissimi di loro, purtroppo, cento anni fa, sono andati avanti».