Venezia 28 gennaio 2021 – “La prossima programmazione europea 2021-2027 per le politiche di coesione potrà contare su una dote complessiva di oltre 1800 milioni di euro. Calcolando i 1074 milioni di euro previsti per i piani operativi integrati Fse e Fesr e i 750 milioni attesi dal Next Generation EU, il Veneto potrà avere a disposizione in questo decennio una ‘leva’ finanziaria mai conosciuta sinora per le politiche per i giovani, le donne, il lavoro, l’innovazione, lo sviluppo e la coesione sociale”. La presidente della sesta commissione consiliare Francesca Scatto (ZP) – all’indomani dell’incontro tra la commissione Cultura e Formazione e l’assessore regionale al Lavoro, alla Formazione e Istruzione Elena Donazzan e il responsabile dell’Area capitale Umano della Regione Santo Romano – mette l’accento sulla grande sfida che attende il Veneto in materia di occupazione lavoro, innovazione, ricerca, coesione sociale e contrasto alla povertà, alla luce del quadro finanziario dei fondi europei attesi.
“Un quadro finanziario imponente – sottolinea la presidente – che la Regione Veneto saprà gestire sicuramente al meglio, forte delle ‘best practices’ messe in campo in questi anni, dei risultati conseguiti con la programmazione 2014-2020 certificati dal Comitato di Sorveglianza e dalle Autorità europee, dalle capacità del ‘team’ tecnico della struttura regionale Capitale Umano che ha supportato la progettazione e la gestione di interventi strategici e piani operativi, e del grande coinvolgimento delle istituzioni locali e delle parti sociali coinvolte nel tavolo unico di partenariato fortemente voluto dal presidente Zaia e allargato a 86 soggetti”.
“Se andiamo a guardare i risultati raggiunti con il piano operativo Fse 2014-2021, che ha impegnato 764 milioni di euro – analizza Scatto – vediamo che il Veneto, non solo ha saputo rispettare i tempi e portare in meta tutti i progetti presentati dimostrando di essere una realtà di eccellenza nell’impiego dei fondi Ue, ma soprattutto ha saputo sperimentare e affermare nuovi approcci al problema occupazionale e modelli efficaci di politiche attive per il lavoro. La strategia di puntare su formazione, imprese e dignità delle persone, investendo su formazione, orientamento, accompagnamento delle crisi aziendali e delle persone disoccupate, assegni per il lavoro, inserimento delle donne, programmi integrati di coesione territoriale per i soggetti più fragili, e, da ultimo con la misura innovativa dei contributi salariali alle imprese che reintegrano i propri lavoratori nonostante la crisi Covid, rappresenta quanto di più valido e alternativo rispetto al modello assistenzialista e fallimentare del reddito di cittadinanza”.
“La commissione Cultura e Formazione, nel proprio ruolo di organo di indirizzo e di controllo – conclude la presidente dell’organo consiliare – è pronta ad affiancare le strutture regionali con pieno spirito di collaborazione nell’imponente lavoro di progettazione che ci attende e che dovrà coinvolgere le migliori energie della società veneta. Penso al mondo universitario: gli atenei del Veneto già protagonisti di interessanti programmi di rientro di giovani ricercatori che hanno coinvolto sinora 4mila giovani e di iniziative di valorizzazione della competitività di centinaia di imprese, potranno essere in prima linea nel perseguire i nuovi obiettivi che la Ue ci chiede, e cioè incremento del numero dei laureati in Veneto, sviluppo di ricerca e innovazione, trasferimento di competenze tecnico-scientifiche nel territorio”.