“Oggi più che mai l’Italia ha bisogno di medici: il Governo abolisca il numero chiuso all’università di Medicina e aumenti i posti di specializzazione”.
A chiederlo con una mozione è il capogruppo di Liga Veneta per Salvini premier in Consiglio regionale, Giuseppe Pan. “Un tema sul quale eravamo già intervenuti – prosegue il capogruppo – e che oggi, a fronte dell’emergenza sanitaria in corso, assume ancor più rilevanza. Come spiegato dal presidente Zaia durante l’ultima Commissione Sanità – prosegue Pan – nel corso dell’ultimo anno sono stati assunti 5.068 dipendenti del Servizio Sanitario regionale, di cui 1939 medici, 1902 infermieri e 782 operatori socio sanitari. Uno sforzo importante per la Regione del Veneto, ma ne occorrono ancora di più”.
“Il numero programmato per l’accesso alla laurea in Medicina e Chirurgia – ricorda Pan – ma anche in veterinaria, in odontoiatria e nelle professioni sanitarie, istituito dalla legge n.264 del 1999, è ormai superato: il problema della carenza cronica di operatori sanitari va affrontato subito e a monte, proprio da quel sistema di selezione. Oggi stiamo pagando l’erronea programmazione ministeriale degli scorsi anni”.
“La crisi pandemica – aggiunge il capogruppo – ha resto ancor più evidenti tutti gli effetti negativi delle restrizioni all’accesso ai corsi di laura in ambito sanitario e dell’insufficiente dotazione di risorse per le borse di studio delle specializzazioni. Questo “numero chiuso” ha prodotto conseguenze negative per il sistema universitario che già presenta un numero complessivo di laureati inferiore a quello degli altri Paesi europei. E’ anche uno dei motivi per cui paghiamo lo scotto della “fuga di cervelli” all’estero”.
“Dal 2013 il numero dei contratti per la formazione specialistica – ricorda Pan – è inferiore a quello dei medici laureati e abilitati, oltre che al fabbisogno espresso dalle Regioni. E’ un sistema che ormai sta implodendo, basti pensare che i neo laureati esclusi, ritentano il concorso negli anni successivi, ma in questo modo aumenta progressivamente sia il numero dei candidati che il numero degli esclusi dalla formazione specialistica. Un numero destinato ad aumentare creando quell’ “imbuto formativo” che di anno in anno si restringe. Ogni anno circa 1500 laureati restano “ingabbiati” nel limbo formativo in Italia e si trasferiscono in altri Paesi europei o addirittura oltreoceano per accedere a corsi di specializzazione”.
Secondo lo studio “Programmazione del fabbisogno di personale medico regionale, proiezioni per il periodo 2018-2025: curve di pensionamento e fabbisogni specialistici nelle singole Regioni italiane” realizzato dall’Anaao Assomed e ripreso nella mozione, la carenza di specialisti dipendenti del Servizio sanitario nazionale è valutabile in 16.700 posti entro il 2025.
“I contratti di formazione che il Governo ha finanziato per il 2020 sono stati di 8.300 borse di specializzazione – prosegue il capogruppo – a fronte di un reale bisogno di almeno 11 mila borse di specializzazione mediche: insufficienti”.
La mozione presentata da Pan impegna la Giunta regionale a intervenire presso il Governo affinché “siano abrogate le disposizioni in materia di numero programmato per l’accesso ai corsi universitari di cui agli articoli da 1 a 5 della legge 264 del 1999”. Inoltre, ad incrementare le borse di studio di specializzazione “Necessarie per aumentare la capacità formativa – conclude il capogruppo – e quindi garantire nuove energie a tutto il servizio sanitario”.