Venezia, 1 luglio 2021 – «Le sentenze della magistratura non si criticano né commentano, ma criminalizzare gli allevatori d’alta quota esasperati per i danni causati dai lupi non è giusto. La cronaca ce lo dimostra: non è più il lupo ad essere in via di estinzione, ma l’attività di alpeggio. E dal Governo ancora non ci sono soluzioni per un corretto e rispettoso contenimento della specie che funzionino davvero». Nicola Finco (Liga Veneta per Salvini premier), vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, interviene con queste parole sulla questione del contenimento dei lupi sulle montagne italiane.
« È facile dire che ci sono già misure di prevenzione che aiutano gli allevatori – continua Finco -. In realtà non solo il Veneto, ma tutto l’arco alpino soffre per l’invasione di questa specie animale che tanti, troppi danni ha causato agli allevatori e a quei pochi resistenti che ancora non hanno gettato la spugna e continuano, con fatica, a portare avanti le proprie attività economiche in montagna, mantenendo vive tradizioni secolari e antiche tecniche di allevamento e produzione alimentare. Le misure di prevenzione non funzionano, lo dimostrano le continue predazioni di bestiame. Le nostre montagne soffrono di questa invasione ormai da dieci anni, ma il ministero dell’Ambiente, con la complicità di qualche Regione, non sta dimostrando una particolare sensibilità sul tema, boccando in continuazione l’approvazione del piano nazionale che sicuramente, così come elaborato, non rappresenta una soluzione definitiva del problema ma che comunque è un buon inizio. È scesa però in campo la Regione del Veneto che attualmente sta lavorando insieme all’Università di Padova per portare avanti progetti sperimentali che, nel pieno rispetto della natura e degli abitanti della montagna, permettano agli allevatori di limitare i danni al bestiame. Nessuno vuole sterminare i lupi o gli animali che popolano le nostre montagne. È necessario però trovare il giusto equilibrio tra la presenza dei grandi carnivori e le attività dell’uomo in montagna, fondamentale per il mantenimento dei pascoli e di tutti i lavori secolari».