Venezia, 08 luglio 2021 – “Agricoltori disperati, dopo le difficoltà economiche dovute all’emergenza sanitaria ora devono affrontare le colture devastate dai cinghiali. Occorre un aggiornamento della normativa nazionale e con il flash mob di oggi abbiamo lanciato un appello in quella direzione”.
Così il presidente dell’Intergruppo Zaia Presidente e Liga Veneta per Salvini premier in Consiglio regionale, Alberto Villanova, commenta la partecipazione al flash mob di Coldiretti a Venezia questa mattina, a favore del contenimento dei cinghiali.
“La fauna è patrimonio prezioso – aggiunge Villanova – ma come tutte le cose, deve essere gestita con equilibrio per tutelare l’agricoltura, altrettanto fondamentale. Con le restrizioni agli spostamenti in quest’ultimo anno e mezzo, l’invasione di cinghiali in Italia ha raggiunto livelli preoccupanti, l’ecosistema è mutato anche in Veneto perché gli ungulati hanno trovato spazi liberi rurali e urbani, spingendosi sempre più lontani, e sempre più vicini ad abitazioni e scuole fino ai parchi giochi. Sono animali selvatici, anche pericolosi, che vediamo sempre più frequentemente scorrazzare tra le strade abitate e che causano incidenti stradali con morti e feriti, distruggono le coltivazioni degli agricoltori. Nella zona della Pedemontana e del Parco Colli la situazione è fuori controllo, gli agricoltori non sanno più come tutelarsi dall’assedio e non riescono più a programmare le coltivazioni, sono allo stremo delle forze perchè le produzioni continuano a esser rovinate ”.
“Il Veneto è già all’avanguardia rispetto ad altre regioni – prosegue il presidente dell’Intergruppo – qui è già prevista e regolamentata la caccia di selezione, con cacciatori appositamente formati per praticarla. Quello che si può e si deve fare ora, ciò che abbiamo chiesto stamattina, è un’azione a livello normativo nazionale. Serve ammodernare la legge quadro 157 che ormai ha 29 anni, perché tenga conto delle attuali condizioni ambientali e di urbanizzazione del territorio, dei danni sempre più consistenti prodotti dagli ungulati all’agricoltura, e dalla crescita smisurata degli esemplari. Le ipotesi alternative al contenimento non sono percorribili né risolutive, ed oggi ci troviamo in una situazione di emergenza dove in alcune zone la specie sta prendendo il sopravvento sulle attività umane. C’è inoltre da tenere in considerazione – prosegue Villanova – nella modifica della legge e nello scenario attuale, che negli ultimi anni il numero dei cacciatori è sensibilmente diminuito: la caccia al cinghiale, soprattutto notturna con appostamenti, è un’attività estremamente faticosa che in pochi, oggi, sono ancora disposti ad affrontare”.