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Michieletto, Vianello, Boron (ZP): «Essenziale aumentare i medici di Medicina generale, favorendo l’accesso alle specializzazione e condensando i tempi della formazione. Presentata una mozione in Consiglio regionale»
Pubblicato il 14 Luglio 2021

Venezia, 14 luglio 2021 – «La pandemia ha confermato ancora una volta come i medici di Medicina generale sono sempre di più una risorsa indispensabile per la tenuta del sistema sanitario. Eppure da anni siamo costretti ad affrontare le conseguenze di una sconsiderata programmazione ministeriale che ha provocato una gravissima penuria di questi professionisti così essenziali. È fondamentale aumentare il numero delle borse di studio e il loro finanziamento anche alla luce dei tanti pensionamenti, e velocizzare la formazione dei tirocinanti condensando il monte ore curriculare in un periodo più breve rispetto ad oggi». Lo chiedono i consiglieri regionali del Gruppo Zaia Presidente Gabriele Michieletto, Roberta Vianello e Fabrizio Boron che hanno presentato a tal riguardo una mozione.

«Secondo i dati della Federazione italiana medico medicina generale, nel 2019, a fronte di 2.864 medici di medicina generale giunti alla pensione, erano state previste solo 1.765 borse di studio che, nel 2020, sono ulteriormente scese a 1.032 per sostituire i 3.493 medici che l’anno scorso hanno terminato l’attività. Senza contare, poi, che i finanziamenti dei corsi di formazione triennale sono del tutto insufficienti. Secondo le stime della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), in Italia la carenza di questi professionisti tenderà ad aggravarsi. I giovani medici saranno costretti a cercare lavoro all’estero, lasciando del tutto sguarnito il nostro Sistema sanitario nazionale. Una mancanza di visione da parte dei Governi di centrosinistra degli anni passati, alla quale la nostra richiesta di Autonomia potrebbe porre rimedio, adattando la programmazione alle reali esigenze del territorio. Nella nostra mozione, quindi, impegniamo la Giunta regionale del Veneto a semplificare l’accesso a quei medici che già possiedono la specializzazione e vogliono intraprendere la carriera del medico di Medicina generale. Inoltre, chiediamo di rivedere l’Accordo Collettivo Nazionale per aumentare il massimale di assistiti dei medici di famiglia, così come la quota per i medici di formazione al terzo anno. È necessario incentivare i medici a lavorare nelle zone più periferiche o montane e attuare, come da Piano Socio Sanitario regionale, le linee guida per rendere i medici di famiglia dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale o in convenzione con strutture intermedie che garantiscano la copertura assistenziale nelle Case della Comunità. Prospettiva, questa, già indicata nelle linee guida del PNRR e dalle indicazioni della Commissione Europea».