Venezia, 10 novembre 2021 – «Come presidente della Sesta commissione, ho fatto mie le voci di allarme del territorio e della cultura, e nel dare parere favorevole alla Prima commissione consiliare alla Legge di Stabilità 2022, al Collegato alla Legge di Stabilità e al Bilancio di previsione 2022-2024, ho proposto di votare una raccomandazione alla Prima, riportando l’attenzione su una mozione già presentata pochi mesi fa, la 143 del 27 luglio 2021, con cui si impegnava la Giunta regionale ad aumentare i fondi destinati alla cultura dal Bilancio di previsione. Di fatto la Sesta commissione, che ha votato all’unanimità la raccomandazione non può decidere lo stanziamento di fondi. Può solo avere un ruolo consultivo. Un compito, però, fondamentale, proprio perché dà voce a chi, con la cultura, vive, produce, dà ricchezza». Francesca Scatto (Zaia Presidente), presidente della Sesta commissione Cultura, commenta con queste parole quanto accaduto nella seduta odierna della Commissione da lei presieduta.
«Abbiamo chiesto che vengano rispettate le indicazioni contenute nella mozione e che vengano così aumentati gli stanziamenti economici nel 2022, sempre nell’ambito della Legge per la Cultura, la legge regionale n. 17 del 2019. La nostra regione custodisce beni artistici, teatrali, musicali che il mondo ci invidia. Fra i settori coinvolti nel lockdown, gli spettacoli dal vivo, le mostre, i musei, le biblioteche sono quelli che più di tutti hanno sofferto. Purtroppo sono attività che vengono considerate da alcuni futili: non si pensa, però, che dietro questo settore c’è un mondo di attori, tecnici, truccatori, maschere, guide turistiche, rimasto improvvisamente senza entrate. Un mondo che, ricordiamo, nel 2018 era composto da 23.353 imprese, con 138,3 mila occupati e un valore aggiunto di 7.838,3 milioni di euro (fonte Ufficio di Statistica della Regione del Veneto su dati Fondazione Symbola). Dobbiamo smettere di pensare alla Cultura come a una futilità. Permettetemi il gioco di parole: se si pensa che la cultura sia un problema, allora sì che sono problemi. È una risorsa immensa, essenziale per far ripartire il Veneto all’indomani di una crisi che rischia di far scomparire una leva fondamentale di sviluppo».