Venezia, 8 febbraio 2022 – “Voto unanime dell’aula consiliare, perchè il tema della parità retributiva di genere è trasversale: non ha colore politico, è una questione di civiltà. Per questo motivo, oltre ai 50mila euro inizialmente previsti dal Progetto di Legge, la Giunta Zaia ha presentato un emendamento per uno stanziamento di ulteriori 50mila euro, il doppio, per un totale di 100 mila euro”.
Così Silvia Cestaro (Intergruppo Lega-Liga Veneta), correlatore in aula della legge sulla parità retributiva tra donne e uomini, commenta il voto all’unanimità del Consiglio regionale.
“Questo contributo aggiuntivo servirà per l’attuazione della legge (predisposizione del registro, funzionamento dello sportello donna e delle campagne di formazione e informazione per la promozione della parità tra donne e uomini). Con questo emendamento della giunta regionale si vanno ad incrementare i capitoli di spesa “politiche per il lavoro e la formazione professionale” e “sostegno all’occupazione” rendendo concreta l’azione della legge. Confermiamo così il nostro sostegno alla legge che contribuirà a colmare un divario purtroppo ancora oggi esistente, un divario che non riguarda solo lo stipendio, ma che impedisce alle donne di raggiungere posizioni apicali e di non dover scegliere tra lavoro e famiglia”.
“Il voto di oggi, unanime, permette alla nostra amministrazione regionale, che già diverse azioni mette in campo in questo settore, di compiere un ulteriore passo verso una visione del mondo del lavoro e, in senso lato, della società più inclusiva”.
“La Regione del Veneto già nel suo Statuto riconosce e valorizza le differenze di genere e si adopera per rimuovere ogni ostacolo che impedisca la piena parità tra uomo e donna e nell’ambito della propria organizzazione e delle proprie competenze, attua, con misure di promozione, valorizzazione e sostegno, il principio della parità di genere. Anche il Programma di Governo del presidente Zaia, che ha gettato le linee guida di quella che sarà l’attività politica di questa amministrazione, riconosce e valorizza le differenze di genere e si adopera per rimuovere ogni ostacolo che impedisca la piena parità tra uomo e donna e nell’ambito della propria organizzazione e delle proprie competenze. Il rapporto “Veneto Sostenibile. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile: il posizionamento del Veneto”, documento che analizza lo stato della nostra Regione in relazione ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, sottolinea poi come, in merito alla parità di genere, il Veneto è posizionato al di sopra della media nazionale (nel 2019 la percentuale di donne occupate è del 58,8%, 8 punti percentuali sopra la media nazionale che si attesta al 50,1% e con una quota di donne in posizioni apicali salita di ben 10 punti percentuali, ovvero al 31,7% dei dirigenti veneti). Tutto questo, però, per noi non è sufficiente. Tengo a sottolineare che questa legge modifica il paradigma fino ad ora vigente – specifica la consigliera -: non vuole avere un intento punitivo, ma premiare quelle aziende private che si attivano per promuovere una reale parità retributiva, conferendo loro punteggi nelle gare regionali. In questo modo gli imprenditori potranno verificare con la propria mano che promuovere l’occupazione femminile porta ricchezza. Un recente studio di McKinsey, multinazionale della consulenza, ha analizzato proprio questo aspetto: le imprese con maggiore diversità di genere al loro interno hanno il 15% in più di possibilità di far crescere il proprio business. Azioni che incentivino una reale parità, come la legge votata oggi, sono ancora più urgenti all’indomani dell’emergenza occupazionale legata al Covid: in base ai dati Istat, il tasso di disoccupazione femminile sale e si attesta all’11,4%, e anche le nuove assunzioni nel privato vedono penalizzate le donne. È arrivato quindi il momento per una nuova ripartenza che, al di là della situazione sanitaria, faccia davvero compiere al mondo dell’imprenditoria un balzo in avanti”.