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Scatto (Lega-LV): «Tribunale di Venezia, approvata all’unanimità la mia mozione per chiedere normativa e concorsi che riconoscano la sede disagiata del capoluogo lagunare. Bambini e famiglie aspettano da troppo tempo risposte dal mondo della giustizia»
Pubblicato il 12 Aprile 2022

Venezia, 12 aprile 2022 – «Da troppo tempo il mondo della politica e quello della magistratura denunciano una grave carenza di personale nei tribunali, sia tra i magistrati che tra gli amministrativi: è necessario intervenire con estrema urgenza per arginare i danni che questa situazione può portare nella giustizia veneziana. Un momento di grande crisi, arrivata al culmine di anni di sofferenza, che si riversa su centinaia di storie drammatiche, prime fra tutte quelle dei minori in attesa di una decisione del giudice. Gli evidenti problemi di organico, comune a tutti i tribunali del Veneto, si sommano alle criticità legate alla specificità della sede di Venezia: la scomodità, la carenza e il costo dei parcheggi, gli affitti elevati per chi decide di trasferirsi viverci. Temi centrali nella mia mozione, approvata oggi dal Consiglio regionale del Veneto, con cui chiedo di colmare la carenza di magistrati e personale amministrativo del Tribunale di Venezia».
Francesca Scatto, consigliere regionale dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta e presidente della Sesta commissione consiliare, spiega così la mozione, da lei presentata e approvata oggi all’unanimità nel corso della seduta odierna del Consiglio.

«Al di là della vasta carenza di organico, purtroppo ormai talmente nota da non fare più notizia, questa grave situazione ha riverberi drammatici sulle tante famiglie in attesa di un pronunciamento del giudice dei minori. Ci sono genitori, nonni, zii, che soffrono da troppo tempo perché i servizi sociali non hanno avuto tempo (o magari anche la competenza) di prendere in carico questi casi. O magari perché qualche magistrato è talmente tanto assuefatto alla situazione da rispondere alle puntuali segnalazioni da parte degli avvocati con laconiche frasi, quali “prendo atto dell’inefficienza dei servizi”. Tutto qui, poche, stringate e insensibili parole. Evidentemente non basta vincere un concorso per avere l’attitudine a svolgere determinati lavori quando ci sono rilevanti ripercussioni sulle persone. Intanto però, mentre si prende atto della situazione, le persone soffrono. Dobbiamo sempre ricordare che dietro quei faldoni di carte ci sono volti di persone, di bambini, in attesa di una famiglia. Non possiamo più restare a guardare. Servono azioni immediate del Governo per riconoscere la specificità del nostro tribunale, magari con il riconoscimento di una indennità per “sede disagiata”, in modo tale da renderla di nuovo appetibile per personale e magistrati. O ancora appositi concorsi che permettano l’immissione di nuovo personale che possa così prendere in carico casi in attesa da troppo tempo. Ne va del futuro di tante famiglie, e soprattutto di tanti bambini».