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Api, Puppato (Lega – LV): “Approvato all’unanimità in Consiglio regionale del Veneto il sottoprogramma regionale per l’apicoltura 2023–2027”.
Pubblicato il 14 Febbraio 2023

Venezia, 14 febbraio 2023 – “Per un Veneto da sempre a forte vocazione agricola, e con la presenza sul nostro territorio regionale di un grandissimo numero di prodotti dop, igp, doc, docg e molto altro, la tutela dell’ambiente assume sempre più maggiore importanza. Nella protezione dell’ambiente è inserita anche la tutela dell’apicoltura e la produzione del miele utilizzato sia per il benessere fisico che per numerosi altri impieghi. Pertanto è ormai parere universale che le api siano insetti fondamentali per la nostra sopravvivenza. Dalla loro attività quotidiana di impollinazione dipende circa il 70% delle colture di interesse alimentare e quasi il 90% delle piante selvatiche. Senza di loro, quindi, il mondo sarebbe ben diverso. La sopravvivenza e il benessere delle api sono però sono sempre più in pericolo. E in questo senso la Regione del Veneto, sempre molto attenta al mondo dell’agricoltura in senso ampio, si è attivata per la protezione dell’importante settore dell’apicoltura, con un sottoprogramma ad hoc che abbiamo approvato oggi in Consiglio regionale del Veneto e votato all’unanimità a partire dal 2023 e valido sino al 2027”. Così il bellunese Giovanni Puppato, consigliere regionale di Lega – LV, relatore del programma. “Il settore dell’apicoltura è strettamente correlato ai cambiamenti climatici, all’impoverimento degli habitat, all’abuso di agro farmaci e alla diffusione di malattie e parassiti. Il danneggiamento degli impollinatori causa gravi ripercussioni sull’ambiente. Parlare delle api e parlare di ambiente è quindi strettamente collegato. Nel nostro Veneto inoltre l’attività apistica è estremamente diffusa su tutto il territorio regionale e risulta strettamente legata sia alle produzioni agricole sia alla presenza di una compagine vegetazionale spontanea che si estende con continuità a vari livelli altitudinali, dalla pianura alle quote più elevate – prosegue il consigliere regionale di Lega – LV, Giovanni Puppato -. Il successo di questa attività si riscontra anche dalla lettura dei dati aggiornati rilevati dalla Banca Dati Nazionale, alla data del 30 settembre 2022”. Dati importantissimi, quelli forniti dal consigliere regionale di Lega – LV, che servono per fornire un quadro chiaro dell’importanza del settore dell’apicoltura veneta, troppo spesso trascurata. La distribuzione territoriale degli operatori nelle diverse province, su un totale di 7200 operatori in attività, vede una maggior presenza a Treviso, con 21,49% sul totale e Vicenza, con 20,75% sul totale, seguite da Padova poco al di sotto con 18,26% sul totale, Verona e Belluno con rispettivamente il 15,57% e 10,63% sul totale, mentre Rovigo e Venezia si pongono entrambe al di sotto del 10%. Considerando la quota nazionale di apicoltori censiti da ISMEA al 2021, pari a 68.347, il Veneto rappresenta il 10,5% degli operatori nazionali. Nel caso del numero di alveari le statistiche riassuntive, su un totale di 95.592 di arnie, indicano una numerosità prevalente nelle province di Vicenza che copre il 24,01% e Treviso con il 20,20%, seguite dai territori del padovano e veronese, dove sono localizzati rispettivamente il 16,42% e il 16,33% degli alveari seguiti dalla provincia di Belluno con il 10,15%, e in coda i territori provinciali di Venezia e Rovigo. In riferimento ai dati ISMEA che a livello nazionale, indicano un numero di alveari pari a 1.727.468 censiti al 2021, il Veneto si colloca con un livello percentuale del 5,5 % collocandosi all’ottavo posto nazionale. L’attività apistica viene svolta a diversi livelli di intensità, dando luogo a differenti forme di conduzione e di figure professionali. La conduzione di alveari in Regione vede la prevalenza di operatori e aziende di piccole/medie dimensioni: infatti più dell’88% degli apicoltori conduce meno di 20 alveari. Nel contempo un numero assai limitato di aziende detiene di fatto gran parte del patrimonio apistico complessivo regionale: il 3,26% (235 aziende) conducono più di 51 alveari e queste detengono circa il 34,45% del patrimonio apistico complessivo regionale. L’età media degli operatori del settore apicoltura è di 54 anni con una percentuale pari a circa il 31% al di sotto dei 44 anni, dato che risulta discostarsi dall’età media degli agricoltori rilevato nell’ambito del recente censimento del settore agricolo, dove i giovani sotto i 44 anni si attestano a circa il 12%.