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Bet (Lega-LV): «Una nuova sinergia tra pubblico e privato per il bene delle nostre comunità: presentato un progetto di legge per mettere in rete enti locali e le imprese che investono in progetti a beneficio comune sui temi ambientali e sociali, con un focus particolare sulle società benefit»
Pubblicato il 12 Maggio 2023

Venezia, 12 maggio 2023 – «Oggi le strategie imprenditoriali nella gestione delle nostre imprese si stanno sempre più evolvendo verso quello che viene chiamato il successo sostenibile, ossia un modello che abbina la creazione di ricchezza a obiettivi che mirano alla sostenibilità sociale e ambientale dell’impresa, con un occhio di riguardo ai consumatori, ai cittadini e in generale alle nostre comunità.  Per favorire questo processo che vede in prima linea le società benefit insieme alle società obbligate al bilancio di sostenibilità e poi tutto il sistema delle imprese venete che volontariamente sono sempre più disponibili ad investire in iniziative di responsabilità sociale e ambientale, ho predisposto un progetto di legge regionale che mira a creare una piattaforma digitale di dialogo dove vengono proposti i progetti di beneficio comune individuati dagli enti locali che le imprese possono condividere e sostenere.  Il fine è quello di unire le forze e soprattutto le risorse pubbliche e private verso obiettivi comuni di natura sociale e ambientale nell’ambito degli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite». A darne notizia è Roberto Bet, consigliere regionale dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta, primo firmatario del progetto di legge “Interventi a sostegno dei progetti a beneficio comune”.

«La disciplina si rivolge quindi in primo luogo alle società benefit, disciplinate in Italia dal 2015, le quali hanno per legge e per statuto l’obbligo di perseguire oltre allo scopo di lucro anche finalità di beneficio comune a favore della comunità, dei territori, dell’ambiente, dei beni e delle attività culturali e sociali. Tra i destinatari ci sono poi le società obbligate alle dichiarazioni non finanziarie, ossia alla presentazione del bilancio di sostenibilità, e infine ci si rivolge a tutte le imprese che decidono volontariamente di investire in fattori ESG, un acronimo che sta per Enviromental (ambiente), social (sociale) e governance (governo societario), tre criteri per misurare la sostenibilità di un’azienda. In sostanza si tratta di imprese che per obbligo di legge o semplicemente per sensibilità degli amministratori decidono di sostenere progetti, ad esempio di riforestazione delle città o progetti ambientali rivolti alla riduzione delle emissioni climalteranti, sostegno alla parità di genere, favorendo ad esempio il lavoro delle donne e supportando asili e l’assistenza ai figli dei lavoratori, o ancora progetti che mirano in generale a migliorare la qualità della vita nelle nostre comunità, migliorando l’impatto sociale dell’attività economica. In una parola “progetti a beneficio comune” che gli enti locali e il partenariato pubblico privato possono proporre, attraverso una moderna piattaforma digitale, a cui le imprese “sensibili” e “virtuose” possono aderire convogliando i propri investimenti. Si intercettano così maggiori risorse e si guidano le attività economiche del territorio verso nuove frontiere della responsabilità sociale dell’impresa.  Verrà istituito quindi il registro dei progetti alimentato dai Sindaci e dalla Regione a cui tutte le imprese interessate potranno accedere, dialogando con la pubblica amministrazione e condividendo obiettivi comuni. Per quanto riguarda le società benefit, che su questi temi sono il modello più evoluto sul fronte dell’impegno sociale e ambientale, verrà istituito un elenco che permetterà loro di essere più facilmente riconosciute e valorizzate e che permetterà di essere l’interlocutore principale a cui i Comuni si rivolgeranno dando vita un circolo virtuoso tra pubblica amministrazione e impresa. La Regione, sempre attraverso la piattaforma digitale, terrà inoltre monitorato lo stato dei lavori e dei progetti, dando da una parte conto ai cittadini dell’avanzamento delle opere, e dall’altra dando alle società il giusto riconoscimento, anche per creare una contaminazione positiva. Si valorizza in questo modo un modello imprenditoriale veneto che ha sempre investito nella propria Comunità. Nella nostra Regione, infatti, figurano già costituite ben 234 società benefit e sono in continua crescita, ad oggi ancora perlopiù sconosciute in quanto non ricomprese in un elenco pubblico e quindi fruibile. Oggi questa coscienza di responsabilità sociale e ambientale è in costante crescita: come evidenziato da un’indagine dell’Osservatorio Socialis, il 96% delle aziende italiane con almeno 80 dipendenti ha svolto iniziative legate agli ambiti Esg e la media di spesa/investimento nel 2021 è stata più di 280 mila euro, con un incremento del 17% rispetto al 2019. Il 40% di queste iniziative si colloca sul territorio nazionale e il 36% avviene proprio nelle aree vicine alla sede dell’impresa. Il Veneto, incentivando e promuovendo questa nuova sensibilità imprenditoriale, sarà la prima Regione in Italia a sviluppare un modello di crescita economica collaborando a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale, in sintonia tra il  vivace tessuto economico veneto e il virtuoso sistema degli enti locali con ricadute sempre più positive per i nostri cittadini e per il nostro territorio».