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Brescacin (Lega-LV): «Salute mentale, carenza di personale problema nazionale. La Regione compensa il taglio di finanziamenti nazionali con risorse proprie»
Pubblicato il 11 Agosto 2023

Venezia, 11 agosto 2023 – «Facile parlare di strutture in affanno o di comportamento incomprensibile da parte della Regione, quando si tratta di salute mentale. Non stiamo dicendo che l’assistenza ai pazienti non possa migliorare, perché è proprio per questo che stiamo lavorando, ma il collega Zanoni forse dimentica quelli che sono i numeri delle prese in carico in Veneto. Nel 2022 sono stati seguiti circa 69.500 utenti, in aumento rispetto al 2021, quando erano stati 67.000. Le difficoltà esistono, inutile negarlo, ma sono dovute principalmente alla carenza di personale. È su questo fronte che stiamo lavorando, ed è questo il motivo per cui la salute mentale è al centro della programmazione e dell’attività socio-sanitaria veneta». Sonia Brescacin, presidente della Quinta commissione consiliare e consigliere regionale dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, risponde così alle polemiche sollevate dalle opposizioni sul tema della salute mentale.

«Nell’Ulss 2 Marca Trevigiana, in particolare, l’assenza di questi specialisti è nota, e ricalca purtroppo la situazione a livello nazionale, prodotta da una programmazione delle specializzazioni che non corrisponde al reale fabbisogno e ai recenti pensionamenti. Questo lo dimostra anche il fatto che gli ultimi concorsi banditi da regione e Ulss 2 siano andati deserti. A ciò si aggiunge anche la tendenza dei governi precedenti di tagliare le risorse. La Regione del Veneto ha compensato con interventi propri questa mancanza di fondi, investendo nel solo 2022 9,3 milioni per il sistema della semi residenzialità, e 6,7 milioni nel 2023 per l’assunzione di personale per i Dipartimenti di Salute Mentale come psicologi, TerP, educatori professionali e assistenti sociali. Lamentarsi solamente, senza invece notare le migliorie rese possibili dalla programmazione regionale, vuol dire sminuire anche il lavoro dei professionisti che assistono i nostri pazienti e non informare correttamente i cittadini sui servizi offerti».