Venezia, 23 gennaio 2024 – “Una risoluzione rivolta al Governo, affinché venga trovata, con urgenza, una risposta degna di una comunità civile alla problematica della carenza del personale negli istituti penitenziari e alla drammatica questione del sovraffollamento delle carceri”. È in sintesi il senso della risoluzione approvata in Consiglio regionale del Veneto e proposta dal consigliere regionale di Lega – LV, Marzio Favero. “Nella mia risoluzione sottolineo le prerogative del Garante dei Diritti della Persona della Regione del Veneto, che opera a favore delle persone detenute negli istituti penitenziari e per i minori detenuti, nei centri di identificazione ed espulsione, nelle strutture sanitarie dove vi sono detenuti sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio, oltre a vario titolo delle persone private a qualsiasi titolo della libertà personale. Dopo aver presentato in Consiglio regionale del Veneto la relazione del Garante, avv. Mario Caramel, relativa al 2022 nella quale è stato più volte segnalato al Dipartimento Amministrativo Penale e al Provveditorato Regionale Amministrativo penale la problematica annosa della carenza di personale (direttori, comandanti, agenti, educatori) nelle carceri venete, ove risultano in servizio operativo 1551 effettivi, con una differenza in negativo di 236 unità rispetto alle 1787 previste in organico, ho ritenuto opportuno riportare all’attenzione pubblica sia il problema della carenza di organico che il sovraffollamento delle carceri. E l’ho fatto depositando una risoluzione affinché, tramite il Consiglio regionale del Veneto, parta un richiamo al Governo ad intervenire”. E nella risoluzione il consigliere regionale di Lega – LV, Marzio Favero sottolinea, come riportato dal Garante stesso, le criticità degli istituti veneti: “Il Garante nella relazione annuale ha, altresì, rilevato che il problema cronicizzato in Italia del sovraffollamento delle carceri si presenta in modo particolarmente dolente in Veneto, se non in termini assoluti, senz’altro in termini percentuali. Infatti, i detenuti totali in Italia sono 56.196, di cui circa 15.900 sono in attesa di un giudizio definitivo, mentre in Veneto i detenuti totali sono 2.487, di cui 648 non hanno ancora avuto una sentenza definitiva; e sui 40.269 detenuti (italiani e stranieri) con almeno una condanna definitiva il Veneto ne ha 1.839 (metà stranieri), cioè un numero inferiore a quello di molte altre regioni (il Veneto è al nono posto, seguito da quelle con meno abitanti). E, tuttavia, il Veneto primeggia per tasso di occupazione. Se nel biennio 2020-21 l’occupazione media in Italia era del 106% e in Veneto si attestava sul 120%, nel 2022 l’occupazione media in Italia era del 109% mentre in Veneto saliva al 128%, con punte del 157% nella casa circondariale di Verona, del 156% nella casa circondariale di Treviso, del 144% nella casa di reclusione di Padova e del 141% nella casa circondariale “Santa Maria Maggiore” di Venezia. Insomma, per tasso di affollamento il Veneto è al terzo posto a livello nazionale”. Dati assolutamente rilevanti nel nostro Veneto, sottolinea ancora il consigliere regionale di Lega – LV, Marzio Favero: “E’ necessario agire con concretezza e celerità per trovare soluzioni adeguate alla carenza di personale negli istituti penitenziari e al sovraffollamento delle carceri e risolvere le criticità in Veneto. In attesa di riforme o di soluzioni temporanee come le possibilità per il detenuto di accedere alla misura alternativa di espiare la pena fuori dal carcere nelle forme previste, risulta ormai indifferibile dare una risposta organica alle esigenze dell’universo carcerario italiano che sia rispondente ai principi del rispetto della dignità umana, che va riconosciuta anche alle persone private della libertà personale, e all’istanza costituzionale di favorire la loro emancipazione, ponendo degli obiettivi chiari a partire dall’adeguamento della dotazione organica del personale in servizio nell’Amministrazione penitenziaria in tutti i suoi ranghi (direttori, comandanti, agenti, educatori) in base alle effettive necessità provvedendo alle relative assunzioni. Inoltre si chiede di aumentare il finanziamento previsto nel Piano Nazionale Complementare al PNRR di soli 132 milioni di euro, evidentemente inadeguati, al fine di predisporre e attuare una completa revisione, riqualificazione e aggiornamento dell’intero patrimonio immobiliare di strutture detentive a disposizione dell’Amministrazione della Giustizia Penale, affinché la pena sia avvertita come ragionevole da parte delle persone private della libertà personale perché vissuta in luoghi architettonicamente umanizzati, non lesivi della dignità personale e tali da assicurare salute e benessere, offrire occasioni di formazione culturale e professionale, nonché di recupero di quel senso di responsabilità sociale che è fondamentale per tornare a vivere, al fine della condanna, nella Comunità. Al riguardo è opportuno notare che la sfida è quella di superare il paradosso, che era implicito nella vecchia concezione panottica, di utilizzare per il recupero sociale modelli di carcere che sono implicitamente antisociali” conclude nella risoluzione approvata, il consigliere regionale di Lega – LV, Marzio Favero.