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Leoni Marciani, Sandonà (Lega – LV): “Il Leone Marciano, simbolo della cultura veneta: il Pdl per la tutela dei leoni ancora esistenti e per la loro ricollocazione ha iniziato l’iter in commissione cultura”
Pubblicato il 30 Luglio 2024

Venezia, 30 luglio 2024 – “Un progetto di legge per la salvaguardia del simbolo della nostra storia veneta, ovvero il leone di San Marco in tutte le sue declinazioni. Un legame stretto tra la Repubblica della Serenissima e tutti i suoi territori “da tera” e “da mar”. Questo uno dei motivi che mi ha ispirato alla stesura di questo Pdl, ovvero riscoprire le nostre tradizioni, aumentarne il legame con la contemporaneità e tutelare i Leoni marciani presenti sul nostro territorio veneto. Perché perdere le nostre radici, i nostri simboli è perdere la nostra storia”. Così Luciano Sandonà (Lega – LV), Presidente della prima Commissione, che nel progetto di legge scrive anche un interessante excursus storico. “Il legame tra il Leone, San Marco e il nostro territorio è la risultanza di un lunghissimo processo temporale. Il binomio tra i primi due elementi si consolida grazie all’opera dei Padri della Chiesa e in particolare a San Girolamo che nell’anno 398 pubblicò il “Commento a Matteo” in cui attribuì quattro figure di esseri viventi agli evangelisti, e nello specifico il Leone alato a San Marco. Di origini più incerte, ma sicuramente nota, è la tradizione secondo cui a San Marco, in sosta nella laguna nel tragitto che lo conduceva da Aquileia a Roma, apparve in sogno un angelo profetizzandogli che proprio in quei luoghi il suo corpo avrebbe trovato riposo («Pax tibi Marce Evangelista meus, hic requiescet corpus tuum» / «Pace a te o Marco, mio Evangelista, qui riposerà il tuo corpo»)”. Per Luciano Sandonà il recupero, laddove possibile dei leoni marciani presenti in città e comuni e la loro ricollocazione su siti originali è legato al recupero della storia di Venezia e della Serenissima visto che nei secoli la rappresentazione del Leone di San Marco trovò la maggior applicazione e diffusione, ovvero quando la Serenissima volle adottare un simbolo in grado di esprimere la potenza e maestosità della propria Repubblica, soprattutto in virtù del fatto che nella città vennero portate le spoglie del Santo. “Il Leone marciano fu elemento di unione nella geografia, poiché la sua presenza caratterizza l’intero territorio del Veneto, estendendosi oltre i nostri confini regionali. Inoltre, è elemento di unione nella storia e nella cultura, poiché testimonia il legame che si è venuto a stabilire in più territori, in un determinato periodo storico, evidenziandone le radici comuni – prosegue il Presidente Prima Commissione, Luciano Sandonà -. Nel Pdl che porta la mia firma si chiede lo stanziamento di fondi per favorire e sostenere le attività di studio e di ricognizione finalizzate alla conoscenza, catalogazione e ricerca dei beni e delle realizzazioni più significative, nonché alla divulgazione dei risultati attraverso la realizzazione di banche dati e pubblicazioni. E ancora per il ripristino, inteso come la ricollocazione, ove non più presente allo stato attuale, del Leone Marciano nel sito originario, ove individuabile da apparati documentali, o in subordine in sito immediatamente prospiciente. Infine, per la nuova posa, intesa come realizzazione dell’opera costituita dal Leone Marciano in nuovo sito non già interessato dalla presenza o preesistenza del bene in questione, in luogo significativo per la comunità. A beneficiarne in base agli interventi saranno i Comuni, le Province e la Città metropolitana di Venezia; e ancora altri Enti pubblici o i soggetti privati proprietari di leoni marciani sottoposti a vincolo e ancora i soggetti privati proprietari di immobili o manufatti ove sia comprovata l’esistenza in passato di Leoni Marciani di valore riconosciuto e gli Enti del terzo settore che abbiano tra le finalità statutarie lo svolgimento di attività di promozione, valorizzazione e tutela della cultura veneta” prosegue Luciano Sandonà (Lega – LV), Presidente prima Commissione. “A chiusura mi piace citare come esempio lo Stato di Rio Grande Do Sul in Brasile che ha avviato il progetto per la collocazione di 25 Leoni di San Marco per sancire il legame tra il nostro Veneto e i milioni di brasiliani di origine veneta. In quel caso l’iniziativa è partita dal Comitato Veneto del Rio Grande do Sul (COMVERS) che raggruppa una quarantina di associazioni attive nello stato più meridionale del Brasile con capitale Porto Alegre e nel quale vivono milioni di discendenti degli emigranti veneti che parlano ancora una variante della lingua veneta (el talian o veneto-brasiliano) e che è stata riconosciuta come patrimonio immateriale dal governo brasiliano di Brasilia. Iniziativa che ha visto la collaborazione della Regione del Veneto e dell’associazione “Veneti nel mondo”. Inoltre, in alcuni comuni ci sono stati dei privati che hanno finanziato la realizzazione di alcuni Leoni alati e collocati all’ingresso del paese, come ad esempio a Santa Giustina in Colle o a Montecchio Maggiore. Desidero anche ringraziare Ettore Beggiato, ex consigliere regionale che da anni porta avanti la cultura e l’identità veneta con un precedente progetto sui Leoni di San Marco e citato dal Presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti che a sua volta ha seguito con passione la questione marciana e Aldo Rozzi Marin autore di “San Marco il leone e l’evangelista”, pubblicazione realizzata dall’Associazione Veneti nel Mondo con il contributo dalla Regione del Veneto” conclude Luciano Sandonà (Lega – LV), Presidente Prima Commissione.