Venezia, 26 novembre 2024 – “Come studiare le mafie”, un convegno per parlare a Verona, con un approccio innovativo, il problema delle mafie. Ho introdotto i lavori con grande interesse. Una iniziativa promossa nell’ambito del progetto ” il Veneto per la legalità” che la Regione del Veneto sta diffondendo in diversi ambiti della collettività. Il progetto mira a sensibilizzare e formare cittadini e istituzioni attraverso l’approfondimento di metodologie innovative e multidisciplinari per comprendere e contrastare il fenomeno mafioso”. Così il consigliere regionale di Lega – LV, Roberto Bet. “All’evento, organizzato in collaborazione con Unioncamere e Università, si è registrata una ampia partecipazione, confermando così l’interesse e l’impegno della comunità veneta su un tema di cruciale importanza per il nostro futuro sociale ed economico. Un convegno che ha segnato il passo su un tema tanto delicato quanto complesso. Il convegno è stato aperto da Paolo Artelio, componente della Consulta della Legalità della CCIAA di Verona, e dal sottoscritto, in qualità di coordinatore della Cabina di Regia del Protocollo di Legalità. Molti i contributi significativi e tra questi gli interventi di Monica Billio e Marco di Cataldo (Università Ca’ Foscari di Venezia) che hanno analizzato l’impatto delle infiltrazioni criminali nelle aziende e nei Comuni, mostrando quanto sia necessario proteggere il tessuto economico e amministrativo. E ancora Antonio Parbonetti (Università di Padova) che ha illustrato le connessioni tra imprese, mafia ed economia, sottolineando i segnali di allarme da non sottovalutare. Hanno poi parlato Orsetta Giolo e Donato Castronuovo (Università di Ferrara, Macrocrimes) illustrando una prospettiva giuridica e multidisciplinare sullo studio del fenomeno della criminalità organizzata. Si sono poi susseguiti negli interventi Alberto Bertin (Coldiretti Veneto) che ha approfondito il fenomeno delle agromafie, una piaga che colpisce anche il settore agroalimentare veneto, Alessandro Naccarato, già componente della Commissione Parlamentare Antimafia, che ha parlato del ruolo delle istituzioni regionali per la trasparenza e la prevenzione. E infine l’intervento di Ugo Dinello, giornalista e saggista, che ha offerto una visione pratica e concreta, integrando gli approfondimenti accademici con esempi tratti dall’attività giornalistica”, prosegue il consigliere regionale di Lega – LV, Roberto Bet. “Un ringraziamento speciale lo devo a Pierluigi Granata, ideatore e moderatore del convegno, che ha saputo guidare la giornata con competenza e passione, favorendo un dialogo interdisciplinare e stimolante tra i relatori e il pubblico. La sua visione e il suo impegno sono stati fondamentali per il successo dell’iniziativa. Lo studio delle mafie come ho sottolineato va analizzato ad ampio spettro. Al convegno ho messo in evidenza alcuni dati preoccupanti: sono quasi 8.200 le imprese venete a rischio usura, un incremento del 4% rispetto all’anno precedente (+314 unità). Si tratta prevalentemente di artigiani, esercenti, commercianti o piccoli imprenditori che, trovandosi nell’area dell’insolvenza, vengono segnalati alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia, vedendosi precluso l’accesso a nuovi prestiti. A denunciare la situazione è l’Ufficio Studi CGIA, che evidenzia una drastica riduzione dei prestiti bancari nel tempo. Dal 2011 al giugno 2024, gli impieghi vivi verso le imprese venete sono scesi da quasi 100 miliardi a poco meno di 65 miliardi di euro, registrando un crollo del -53,8%. Ancora più preoccupante il dato per le piccole imprese (meno di 20 addetti), con una contrazione del 47,9% rispetto al 2011, con punte del -54,6% a Vicenza e del -52,8% a Padova. Questa dinamica, unita all’incremento del rischio usura, evidenzia quanto sia necessario un maggiore supporto economico e sociale per evitare che le mafie possano infiltrarsi ulteriormente nel tessuto economico locale”, prosegue il consigliere regionale di Lega – LV, Roberto Bet, che ha lanciato comunque parole di speranza per il futuro del Veneto. “Alla luce degli interventi di alto livello e della qualità delle analisi emerse, è stato proposta la realizzazione di un manuale didattico, capace di raccogliere le relazioni e gli approfondimenti presentati al convegno. Uno strumento utile per istituzioni, imprese e cittadini che vogliono comprendere e affrontare il fenomeno mafioso con un approccio sistematico e interdisciplinare. Il convegno ha raccolto l’auspicio del Procuratore Capo di Venezia dott. Bruno Cherchi che recentemente ha sottolineato l’importanza di un supporto da parte dell’accademia nello studiare il fenomeno mafioso nella nostra Regione. E comunque si è voluto ribadire che il Veneto è da sempre in prima linea per la legalità. Verona ha risposto con grande partecipazione all’iniziativa, dimostrando quanto sia sentita la necessità di promuovere una cultura della legalità. La Regione del Veneto continuerà a lavorare con determinazione per alzare il livello di consapevolezza sul crimine organizzato, coinvolgendo università, enti locali e associazioni. Si deve andare avanti così, con l’impegno condiviso per un futuro libero dalle mafie,” ha dichiarato al termine della giornata di studi, il consigliere regionale di Lega – LV, Roberto Bet, coordinatore della Cabina di Regia del Protocollo di Legalità