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Ambiente, Andreoli (LV): “Regione Veneto al lavoro per realizzare un piano di contenimento dei cormorani sul lago di Garda”
Pubblicato il 26 Aprile 2021

Venezia 26 aprile 2021 –  “La Regione Veneto è al lavoro per realizzare un piano di contenimento dei cormorani sul lago di Garda”.

Ne dà notizia il consigliere regionale Marco Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier) che ha raccolto “l’appello di U.p.s.d.g, Unione pescatori sportivi del Garda”.

“Il provvedimento è in fase di studio e sarà pronto entro la fine dell’estate – spiega il presidente della Terza commissione consiliare – L’invasione di questa tipologia di uccelli sta provocando una vera e propria emergenza e come tale va affrontata perché rappresenta una minaccia per l’ecosistema”.

“Allo studio ci sono molti aspetti – prosegue il consigliere – In altre Regioni, come ad esempio la Lombardia, esiste già un piano di contenimento, ma in Veneto ci sono molti più cormorani. Nella nostra Regione, oltre che sul lago di Garda, abbiamo una grande presenza anche sul Delta del Po. Occorre quindi uno studio molto più elaborato”.

“Sono tre le specie presenti nel lago di Garda – aggiunge Andreoli – Il cormorano maggiore, l’unica che è cacciabile, il marangone minore e il marangone dal ciuffo, che sono due specie protette. Affinché il piano sia efficace è necessario produrre una documentazione in grado di dimostrare i danni provocati da questi uccelli acquatici, senza sottovalutare che tra l’altro sono potenzialmente portatori di malattie. Sarà importante ottenere il parere positivo da parte dell’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, per non avere in futuro dei contenziosi. Rispetto alle nutrie ci sarebbero maggiori possibilità di ricorsi. Inoltre, la nutria è considerata una specie aliena, riconosciuta come nociva, mentre i cormorani sono specie naturalizzata e in parte protetta”.

“Il contenimento dei cormorani avverrebbe, oltre che con l’abbattimento, rispetto a cui l’Ispra suggerisce di intervenire in determinati periodi dell’anno, anche con metodi considerati ecologici – fa presente Andreoli – Come dei micro mortai che creano del rumore o dei laser disturbatori. O ancora, dei metodi di protezione delle vasche all’interno degli allevamenti. Queste specie sono infatti ormai abituate alla presenza dell’uomo e si avvicinano sempre di più ai luoghi abitati”.

“I cacciatori saranno correttamente autorizzati e formati, anche attraverso la modalità online, per essere così in grado di contribuire ad attuare quanto sarà scritto nel piano”, conclude Marco Andreoli.