Venezia, 29 ottobre 2024 – “Semplificare e snellire la normativa, nel settore primario e delle energie rinnovabili, è fondamentale per ottenere maggiori risultati in tempi più rapidi. Per questo, abbiamo predisposto la proposta di legge regionale 275 che elimina passaggi inutili in più ambiti: l’agricoltura, la promozione agrolimentare, le politiche forestali, la produzione energetica. Il tutto, favorendo un ruolo più diretto della Regione Veneto nei vari passaggi”. Così il presidente della III Commissione consiliare regionale, Marco Andreoli della Lega – Liga Veneta, introduce il pdl di cui è stato il relatore in aula.
“Si tratta di un adeguamento ordinamentale che tiene conto della situazione economica e sociale attuale -continua Andreoli-. Il tutto senza alcun costo aggiuntivo ma, al contrario, con il risparmio di risorse e tempo. Cambierà in primis l’approvazione di Piani e Programmi che includono finanziamenti europei, approvazione che spetterà direttamente alla Giunta Regionale, e previo soltanto il parere della Commissione consiliare competente. La stessa Giunta, inoltre, dovrà provvedere ai mezzi e ai servizi di sorveglianza delle attività agricole, se queste vengono svolte con personale regionale. Quindi, intendiamo equiparare gli istituti superiori agrari alle imprese agricole, sempre per garantire l’accesso ai fondi. Altre importanti forme di semplificazione riguardano le associazioni enogastronomiche regionali e la classificazione della viabilità forestale e silvopastorale: nel primo caso, le associazioni che vorranno iscriversi al registro regionale competente dovranno iscriversi anche al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, in cui promuovere i prodotti veneti; nell’altro, concretizza un adeguamento al testo unico vigente e suddivide la viabilità in principale, secondaria e in tracciati di uso ed allestimento temporanei”.
A tutto questo si aggiunge il tema dell’energia. Aggiunge il consigliere: “La Regione continuerà ad avere in capo l’autorizzazione, l’installazione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, inferiori a 300 megawatt. Questo, perché si tratta di procedure complesse per cui occorre una visione d’insieme e l’applicazione di competenze, che solo certe strutture regionali possono garantire. In capo alle Province, invece, resterà la competenza all’autorizzazione di impianti di produzione di energia da fonte fossile”.