Venezia, 12 luglio 2022 – «Oggi in Consiglio regionale abbiamo approvato una legge che andrà a pianificare e disciplinare l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici a terra: una legge di semplificazione che metterà ordine, finalmente, in una materia estremamente complessa e in continua evoluzione, con un occhio alla transizione energetica e un altro alla tutela delle nostre principali ricchezze, l’ambiente e l’agricoltura. E su questa materia, si può dire, si partiva da zero dal punto di vista normativo, perché non c’è, in Italia, una legge simile a questa. Abbiamo costruito un modello di sviluppo delle energie rinnovabili tutto veneto. Nella nostra regione abbiamo 7 kmq di territorio occupato da impianti fotovoltaici a terra, il 18% di tutti gli impianti. Ciò vuol dire che l’82% è sui tetti, sui capannoni, sui parcheggi. Questa, quindi, è la direzione da prendere. E noi, con questa legge, lo abbiamo voluto ribadire». Roberto Bet, consigliere regionale dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, commenta con queste parole la legge, di cui è stato relatore in aula, per la disciplina per la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra.
«Come già detto nella scorsa seduta del Consiglio, quando abbiamo iniziato la discussione in aula consiliare – continua Bet -, abbiamo inserito il principio della prevalenza dell’attività agricola in zona agricola, indicando aree in cui preferibilmente vanno installati i vari impianti, come le aree industriali, i parcheggi, i tetti dei capannoni, o aree già compromesse urbanisticamente. Sono poi state individuate aree di presuntiva non idoneità, ovvero aree in cui c’è una elevata probabilità di esito negativo delle autorizzazioni, come le aree agricole di pregio, le zone UNESCO, le aree di coltivazione di prodotti di eccellenza. Altro aspetto essenziale, ricordiamo, è la tutela dell’attività agricola. E per far questo, abbiamo inserito il concetto dell’asservimento: ciò significa che in queste aree l’agricoltura deve essere prevalente, rispettando una precisa proporzione. E, novità emersa dalla discussione in aula, la proporzione deve essere 1 a 15. Ciò significa che, per ogni ettaro a fotovoltaico, devono essercene 15 a coltivazione. Altra novità importante introdotta quest’oggi con un emendamento è quella della clausola valutativa. Di fatto impegniamo la Giunta regionale a riferire in Commissione consiliare, ogni due anni, sulla valutazione degli effetti della legge, degli obiettivi raggiunti, dei dati raccolti su energia e potenza prodotta, in collaborazione con enti di ricerca. Nella relazione dovranno essere riportati il numero degli impianti autorizzati, le informazioni aggregate, le tipologie e le soluzioni progettuali, la potenza, l’energia prodotta nonché, in relazione alle diverse tipologie di impianti – e qui intendiamo per esempio anche gli impianti agrovoltaici – l’elaborazione dei dati resi disponibili ai propri enti strumentali del settore primario e in collaborazione con gli enti di ricerca, quindi con le università, anche con riferimento agli effetti sul suolo utilizzato. La Commissione, poi, potrà riferire al Consiglio regionale per prendere eventuali provvedimenti, proprio alla luce della costante evoluzione della materia energetica».
«Voglio tranquillizzare chi fa riferimento ai limiti di costituzionalità di questa legge – continua Bet -: rispettiamo la libera iniziativa economica dei cittadini. Né vogliamo mettere a repentaglio il patrimonio culturale, ambientale, della biodiversità: con questa iniziativa tuteliamo il paesaggio, e anzi mettiamo nero su bianco che i siti UNESCO non possono essere contaminati da questo tipo di impianti. L’identità veneta rimane intatta. Al contempo raggiungiamo l’obiettivo di produrre energia da fonti rinnovabili. Certo, costa di più, e proprio per questo ci rivolgiamo al governo perché, attraverso il PNRR, favorisca lo sviluppo governato e chiaro di questo settore, altrimenti lasceremo il tutto in mano agli speculatori. Non è una legge ideologica che si schiera a favore del fotovoltaico sempre e ovunque, né che vuole limitare le energie pulite. Tutto, però, deve essere fatto cum grano salis. Ed è proprio quello che abbiamo fatto con questa legge. Abbiamo accolto alcune obiezioni delle minoranze, e ne esce un testo equilibrato che, sono sicuro, potrà diventare un punto di riferimento a livello nazionale».