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Bet (ZP): «Aumento incontrollato dei costi delle materie prime, rischiamo di veder vanificata la ripresa dell’edilizia trainata dagli incentivi fiscali e dai bonus»
Pubblicato il 11 Maggio 2021

Venezia, 11 maggio 2021 – «E’ allarme tra le categorie produttive, soprattutto in Veneto. I prezzi delle materie prime sono cresciuti a dismisura e vi sono difficoltà di approvvigionamento. Per fare qualche esempio, il costo del petrolio era sceso nel 2020 (-28%), ma è da allora risalito repentinamente (+200% circa). Il rame potrebbe raggiungere il massimo storico nei prossimi mesi ad oltre 10 mila dollari la tonnellata. L’acciaio e l’alluminio, le cui quotazioni non sembrano destinate a scendere, sono aumentati rispettivamente del 40% e del 18% nel solo primo trimestre dell’anno». Con queste parole Roberto Bet, consigliere regionale del Gruppo Zaia Presidente, condivide l’allarme delle categorie produttive sull’aumento dei prezzi delle materie prime.

«In questa fase di ripresa dell’edilizia, spinta anche dai benefici fiscali del 110%, si rischia di vanificare il rilancio a causa di spinte nei mercati internazionali che potrebbero mettere in ginocchio la nostra economia. Pensate agli operatori costretti a rivedere i prezzi, o addirittura a sospendere l’attività per forza maggiore a causa della carenza di materiali. Serve un monitoraggio pubblico su queste dinamiche, una politica industriale più strutturata e il recupero dei materiali attraverso l’economia circolare. È opportuno approfondire le dinamiche in corso perché se non si tratta di un problema contingente legato alla fase finale della pandemia, ma di qualcosa di strutturale, dobbiamo intervenire subito, altrimenti rischiamo effetti disastrosi sul mondo del lavoro e dell’impresa. Il Governo dovrebbe esercitare pressioni a Bruxelles, in modo tale che la Commissione europea, competente in materia, eserciti un’azione di policy forte, orientando maggiori investimenti per l’autoproduzione di metalli o dei cosiddetti “critical material” di cui l’Europa è carente, oppure potenziando il recupero di materiale edilizio di scarto, in un’ottica di economia circolare, che potrebbe offrire soluzioni più a breve termine. Rischiamo di ripartire dopo la pandemia con le mani e i piedi legati e quindi di rimanere fermi. Le imprese del Veneto meritano più attenzione. Chiediamo che a livello nazionale e internazionale venga salvaguardata la nostra economia. Non oso pensare cosa potrà succedere alle nostre famiglie se dovesse scattare un’inflazione incontrollata: con la rigidità dei nostri stipendi e il carico fiscale dello Stato Italiano, il sistema rischia veramente di saltare».