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Bet (ZP): «Video davanti la casa di Zaia, sconcertante la richiesta di archiviazione del pm. Dovere di tutti promuovere la legalità e proteggere gli amministratori. Presenterò una risoluzione in Consiglio»
Pubblicato il 26 Ottobre 2021

Venezia, 26 ottobre 2021 – «La notizia della richiesta di archiviazione da parte del pm del procedimento nei confronti di Francesco Fella e Roberto Bissolo, autori di due video in cui mostrano come raggiungere la casa del Presidente Zaia incitando altri no vax a raggiungerla per protestare, ci lascia senza parole. Non è possibile avallare comportamenti simili che possono mettere a rischio l’incolumità di una persona e dei suoi familiari, attirando ogni genere di persona in uno spazio privato che dovrebbe essere sicuro e protetto, con la scusante che si tratta di un “personaggio pubblico”. La sicurezza individuale non può mai essere messa in dubbio. Esprimo quindi la mia solidarietà al Presidente della Regione Luca Zaia, vittima di questi comportamenti violenti. Proporrò una risoluzione in Consiglio regionale e un approfondimento in Quarta commissione su questo tema. La promozione della legalità parte dal rispetto delle istituzioni e dei suoi rappresentanti. Non possiamo permettere questi comportamenti delittuosi o addirittura giustificarli». Roberto Bet, consigliere regionale del Gruppo Zaia Presidente, commenta la decisione del pubblico ministero di chiedere l’archiviazione del procedimento per violenza o minaccia nei confronti di pubblici amministratori.

«Il fenomeno non deve essere sottovalutato – continua Bet -. I dati sugli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali hanno registrato nel primo semestre di quest’anno 369 episodi, con un incremento del 15,3% rispetto all’anno scorso, stando ai dati diffusi dal ministero dell’Interno lo scorso luglio. Un campanello di allarme che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare. La maggior parte delle intimidazioni avviene mediante danneggiamenti di beni privati o pubblici, seguiti da minacce verbali o scritte, missive anonime. Adeguandosi alla realtà che stiamo vivendo, anche il modus operandi si sta però modificando: non più solo atti fisici, verbali o danneggiamenti, ma sempre più l’intimidazione viene portata avanti attraverso i social o il web. È proprio quest’ultima modalità senza filtri od ostacoli fisici a rendere più a portata di mano una condotta minatoria, offensiva,  diffamatoria e istigatrice nei confronti di un amministratore locale. Spiace quindi leggere di provvedimenti di archiviazione da parte della magistratura, anziché provvedimenti di condanna di comportamenti delittuosi che non possono essere tollerati in una società civile. Lo sforzo di protezione degli amministratori pubblici deve essere unanime: la tutela dei rappresentanti legittimamente eletti nelle istituzioni deve essere un principio che tutte le istituzioni, anche quella giudiziaria, devono difendere».