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Brescacin (Lega-LV): «Carenza di specializzandi, la Regione da anni valorizza questi medici, cercando soluzioni a un fenomeno nazionale»
Pubblicato il 13 Ottobre 2023

Venezia, 13 ottobre 2023 – «La carenza di specializzandi è purtroppo un problema generalizzato all’intero Paese che, come Regione, conosciamo fin troppo bene e a cui da anni stiamo cercando di porre rimedio. Il Veneto, da parte sua, ha già facilitato negli scorsi anni l’accesso alle borse di studio, in un momento in cui era quello il vero grande problema, e ha permesso ai medici al quarto e quinto anno di specializzazione di lavorare negli ospedali. Il Covid, con lo stravolgimento portato nelle strutture sanitarie, ha cambiato tutto, aprendo ulteriormente l’accesso, ma ha anche aggravato enormemente le condizioni di stress dei professionisti del settore. Se alcune specializzazioni non risultano più attrattive, è però necessario trovare una soluzione a livello nazionale, vale a dire l’aggiornamento del contratto collettivo nazionale che porterà a un miglioramento delle condizioni lavorative e retributive. Attribuire alle sole Regioni la responsabilità della gestione del personale sanitario vuol dire semplificare il problema e, quindi, non affrontarlo nel modo corretto». Sonia Brescacin, presidente della Quinta commissione Sanità e consigliere regionale dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, risponde così alle dichiarazioni delle opposizioni.

«Secondo i dati diffusi da Anaao, in particolare, per la scuola di specializzazione d’emergenza-urgenza su 855 contratti stanziati ne risultano assegnati solo 266, e alcuni, tra cui La Sapienza di Roma e il San Raffaele di Milano, centri medici comunque di eccellenza, non risultano neanche assegnati. Come si può evincere, quindi, stiamo parlando di un fenomeno drammatico di progressiva scomparsa dello specialista in Medicina di urgenza che travalica i confini regionali. La Regione del Veneto da anni vuole valorizzare il prezioso ruolo degli specializzandi all’interno delle strutture ospedaliere, nonostante le opposizioni, che oggi si ergono a paladini degli specializzandi, all’epoca avessero criticato queste scelte dell’amministrazione, sminuendo il ruolo di quelli che definivano “dottorini”. E anche lì dove la collega critica la Regione a proposito delle Case di Comunità che sarebbero rimaste solo sulla carta, vorrei ricordare che in una delle ultime sedute della Quinta commissione, in cui si sono tenute le audizioni sul PNRR e l’attuazione del DM 23 maggio 2022, n. 77, l’assessore Lanzarin ha ben spiegato come i tagli e le decurtazioni di fondi applicate a livello nazionale siano stati coperti da finanziamenti regionali. Il Veneto, quindi, si è dimostrato lungimirante, contrariamente alle accuse rivolte all’amministrazione regionale.  La Regione non vuole negare i problemi e, anzi, da tempo li sta approfondendo, ascoltando le voci dei rappresentanti di categoria e delle varie associazioni di professionisti, ma attribuire alla sola amministrazione regionale le responsabilità di un fenomeno nazionale significa non affrontare il nocciolo della questione e, quindi, non cercare vere soluzioni, ma solo concentrarsi sulla polemica politica».