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Brescacin (Lega-LV): “Incremento fondi contrattuali di Aziende ed Enti del Servizio sanitario regionale: 150 milioni di euro in tre anni per rispondere al problema della carenza di personale”
Pubblicato il 3 Ottobre 2024

Venezia, 3 ottobre 2024 – “A fronte dell’annoso problema legato alla carenza di personale nel comparto sanità e sociosanitario delle aziende Ulss, una questione di dimensioni nazionali, la Regione del Veneto non intende rimanere inerte o passiva. E sceglie di mettere sul tavolo una leva economica destinata a rendere la nostra sanità più attrattiva. Si tratta di un piano strategico, messo nero su bianco dalla Giunta, tradotto in una proposta di legge già presentata nelle scorse settimane dall’assessore Manuela Lanzarin e sottoposta all’attenzione delle rappresentanze dei lavoratori. Una volta approvata dal Consiglio, tale legge consentirà di aumentare di 150 milioni di euro in tre anni i fondi per incentivare le professioni nelle aree considerate disagiate; e servirà pure a incrementare i fondi perequativi a sostegno del personale”. Sono le dichiarazioni della Presidente della Commissione Sanità in Consiglio Veneto, Sonia Brescacin della Lega-Liga Veneta, a margine dei lavori odierni della stessa Commissione che ha dato il primo via libera – in attesa del parere della Commissione bilancio – al progetto di legge n. 292 rubricato “Disposizioni per l’incremento dei fondi contrattuali delle Aziende ed Enti del Servizio sanitario regionale”.

“Si tratta di una proposta concreta – continua la presidente – e del tutto innovativa rispetto al quadro offerto dalle altre Regioni. Conosciamo bene le difficoltà legate al reclutamento del personale, che non rimane o che migra dal pubblico al privato o all’estero. Il disegno di legge esaminato oggi riconosce un incremento dei fondi contrattuali delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale. Non solo, dà una soluzione alle aree disagiate anche attraverso il riequilibrio dei fondi contrattuali nell’ambito della Regione del Veneto, riprendendo una norma disciplina contenuta nel Patto della salute 2019-21 che prevedeva la possibilità di aumentare questi fondi nel rispetto dei LEA e dell’equilibrio di bilancio. Tra i criteri, oltre al Patto per la salute, c’è anche l’attuazione del DM 70/2015 sugli standard ospedalieri. Il Veneto anticipa così le previsioni del Patto della salute, utilizzando fondi del SSR in aumento rispetto agli anni precedenti, ma senza nulla togliere ad altri LEA o alle assunzioni. Il Veneto è infatti una Regione -forse l’unica, assieme alla Lombardia – che rispetta i LEA e con il bilancio in equilibrio. Quindi, può incrementare i fondi contrattuali che finanziano, ad esempio, l’indennità di pronta disponibilità, l’indennità notturna o la retribuzione di risultato o la produttività per i dipendenti. Si tratta del 2 per cento in più che andrebbe ad aggiungersi all’incremento del 5,78 per cento previsto nel triennio dal contratto collettivo nazionale: in linea generale, quindi, i nostri dipendenti avrebbero un incremento del 7,78 anziché del 5,78. Anche le altre regioni potrebbero intervenire in questo senso, ma pochissime si trovano nelle condizioni previste, ovvero di rispettare i LEA e di avere il bilancio in equilibrio”.

“La nostra Regione – conclude Brescacin – ha quindi la possibilità di incrementare i fondi fino al 2: con questo pdl il Consiglio potrà dare attuazione a una disposizione del Patto per la salute che non ha ancora avuto attuazione”.