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Brescacin (Lega – LV): «Riparto del Fondo sanitario nazionale, al Veneto più soldi ma dalle opposizioni polemiche fine a se stesse»
Pubblicato il 18 Febbraio 2025

Venezia, 18 febbraio 2025 – «Il Fondo sanitario nazionale è cresciuto in termini assoluti, al Veneto arriveranno 380 milioni in più rispetto all’anno precedente, che ci permetteranno di incrementare gli investimenti nei livelli essenziali di assistenza, eppure le opposizioni non perdono occasione di attaccare e criticare. Capisco che per alimentare il dibattito politico, in vista delle elezioni soprattutto, si debba cercare la polemica fine a se stessa, ma la Camani si ostina a negare la realtà». Così la presidente della Quinta commissione Sanità, Sonia Brescacin (Intergruppo Lega – Liga Veneta), interviene sulle polemiche seguite all’annuncio del riparto del Fondo Sanitario nazionale 2024.

«Forse la consigliera del Pd dimentica che era stato proprio il suo partito, quando era al governo tra il 2011 e il 2022, ad aver tagliato il Fondo sanitario nazionale. Con l’ultimo Fsn, invece, è aumentata la spesa per il singolo cittadino – continua Brescacin -. Queste risorse sicuramente permetteranno non solo di continuare a lavorare per l’abbattimento delle liste di attesa, ma anche per investire sul personale e cercare di superare quella cronica carenza di risorse umane nelle professioni sanitarie. Il Veneto ha già ampiamente dimostrato di saper utilizzare i fondi che gli vengono messi a disposizione. Ricordiamo infatti che la nostra è stata l’unica Regione a statuto ordinario a chiudere i conti sanitari in equilibrio e senza applicare l’addizionale IRPEF, garantendo l’adempimento dei Lea e autofinanziando gli investimenti. Una situazione, quindi, ben diversa da quella dell’altra grande regione benchmark in sanità, l’Emilia-Romagna, che invece, per non dover tagliare i fondi in sanità e riparare allo squilibrio di bilancio 2024 di circa 200 milioni, si è vista costretta ad aumentare l’addizionale Irpef per i redditi sopra ai 28mila euro e, dal 2026, anche l’Irap e il bollo auto».