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Caos passaporti, Cestaro (Lega – LV): “Una mozione per impegnare il Governo a risolvere la situazione”  
Pubblicato il 22 Dicembre 2022

Venezia, 22 dicembre 2022 – “Caos passaporti, proseguono i ritardi e le lunghe attese. Ho depositato in Consiglio regionale una mozione che propone una serie di interventi al Governo per risolvere la situazione”.

Così la consigliera regionale dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta, Silvia Cestaro, commenta la mozione che ha depositato in Consiglio regionale del Veneto dal titolo “Situazione passaporti: velocizzare l’emissione”.

“Le numerose richieste di rinnovo, la modalità farraginosa e un sistema digitale non ancora all’altezza, creano tempi di attesa biblici per il rilascio dei passaporti – spiega la consigliera – Nei due anni di pandemia l’attività degli uffici preposti si era ridotta al minimo, ma con la fine dell’emergenza Covid i cittadini sono tornati a viaggiare. Se prima l’ostacolo erano le restrizioni anti-pandemia, ora il problema è avere il passaporto”.

“Un’altra complicazione – aggiunge Cestaro – è dovuta alla Brexit: da quando la Gran Bretagna è uscita dall’Unione Europea, gli italiani, in particolare studenti e lavoratori che intendono entrare nel Paese, devono munirsi di passaporto: non basta più la semplice carta d’identità.  Ecco che gli studenti Erasmus rischiano non solo di dover ritardare la partenza a data da destinarsi, in alcuni casi addirittura di perdere l’opportunità per poter affrontare questa meravigliosa esperienza, che rimane così un sogno nel cassetto”.

“Per migliorare la situazione sono state istituite, su indicazione del Ministero, giornate di “open day”, anche in Veneto, ma non sono state sufficienti a risolvere le criticità. Il questore di Vicenza nei mesi scorsi ha istituito le giornate di apertura straordinaria: sono stati un centinaio i ragazzi che si sono presentati al commissariato di Bassano del Grappa e la domenica successiva invece sono stati circa 50 gli appuntamenti fissati per le famiglie. Ha poi organizzato delle corsie preferenziali per i bambini sotto i 12 anni, per i quali non servono le impronte digitali. Altre strade rapide sono state aperte per gli ultrasettantenni e per chi non riesce a spostarsi da casa per motivi di salute: per queste persone è possibile compilare i documenti a domicilio.

A Treviso, tra marzo e aprile scorso, le richieste processate hanno sfiorato quota 4mila. I motivi sono legati soprattutto al lavoro e allo studio, in seconda battuta al turismo.

A Padova invece le domande di passaporto presentate tra marzo e aprile sono state 12mila. Quelle prese in carico poco più della metà, le altre saranno smaltite nei prossimi mesi, e pur prenotando via web con lo Spid, il primo appuntamento disponibile è per la prima settimana di febbraio. Anche in questo caso, il Questore ha organizzato una via prioritaria per le urgenze.

A Venezia la situazione non è certo più rosea. Anzi: anche qui la lista d’attesa è di alcuni mesi, in alcuni casi, come leggiamo dalla stampa oggi, arriva a sette mesi. Nella questura lagunare l’onda d’urto della fine emergenza si è fatta sentire e per l’ufficio passaporti tenere il passo con gli appuntamenti non è facile. Si parla di sessanta richieste al giorno, un’attività che si è decuplicata con uno sportello. I nuovi vincoli, come la prenotazione obbligatoria e il numero massimo di utenti previsti per l’ufficio, non aiutano a snellire il procedimento. Anche qui il questore vista la situazione ha organizzato corsie rapide per le urgenze: il cittadino motivando l’urgenza può accedere alla fila più rapida;

A Belluno, dove i passaporti rilasciati all’anno sono quasi 500, la situazione è simile al resto del Veneto: le attese previste per il rinnovo del passaporto arrivano a oltre 3 mesi. Dirottando i cittadini a Cortina si è creato, anche qui, l’intasamento di pratiche.

“Non è una criticità veneta – precisa Cestaro – la stessa situazione si riscontra in tutta Italia, il tempo di attesa per un passaporto può durare svariati mesi, mettendo a rischio viaggi di lavoro, di studio e le ferie all’estero.  In tutto questo, il Ministero dell’Interno non si è ancora adeguato all’obbligo di pagamenti elettronici via PagoPa, quindi il passaporto si paga solo con il bollettino postale. Una storia figlia della lentezza del Paese al cambiamento.

Come primo passo basterebbe aggiornare la comunicazione istituzionale per l’accesso digitale SPID attraverso il quale è già possibile la pre-compilazione dei modelli, anche in accordo con i comuni, e magari poter effettuare i pagamenti attraverso gli strumenti digitali come PagoPA, lasciando alla polizia compiti più snelli come l’identificazione conclusiva, evitando così di dover occuparsi di tutta la fase preparatoria dei documenti”.

La mozione depositata dalla consigliera regionale impegna la giunta regionale a farsi portavoce al Governo per attivare tutta una serie di azioni:  “Incentivare il Ministero dell’Interno alla digitalizzazione dei processi anche attraverso il collegamento con l’ANPR (Anagrafe nazionale della popolazione residente); ad incentivare i Comuni alla promozione dell’utilizzo degli strumenti digitali, anche attraverso la formazione specifica dei dipendenti; ad aumentare il personale dedicato alla gestione dei passaporti, per tentare di risolvere nell’immediato le lunghe liste d’attesa;  a valutare la possibilità di allacciare accordi bilaterali con il Regno Unito, per utilizzare la carta d’identità elettronica ai fini del visto turistico, aiutando così studenti e lavoratori;  ad agevolare l’interscambio dei dati giudiziari per il controllo di eventuali carichi penali pendenti del richiedente”.