Venezia, 13 maggio 2021 – «Non ha senso parlare di Agenda 2030 e di Green deal europeo e, contemporaneamente, autorizzare nuovi impianti estrattivi di trivellazione dell’Adriatico, proprio di fronte alle nostre coste. È un controsenso: il Governo, coordinando anche i Comuni del Polesine, deve cancellare i progetti di trivellazione e stoccaggio, preservando il delicato ecosistema dell’Adriatico». A dirlo è Laura Cestari, consigliere regionale del Gruppo Liga Veneta per Salvini premier, che insieme alla collega Simona Bisaglia (Zaia Presidente) ha presentato una mozione al riguardo.
«Il nostro Delta del Po è un paradiso fragile e delicato – continua Cestari – che ospita molte specie di animali diversi, dal delfino alla tartaruga, e che è già messo in pericolo dal fenomeno irreversibile della subsidenza. Nel corso del XX secolo i pozzi di trivellazione sono aumentati a dismisura, passando dai 13 del 1935 ai 1424 del 1959. E oggi, se da una parte si parla di energie rinnovabili, eliminazione delle emissioni e di sostenibilità ambientale, scopriamo che tra i primi decreti a firma dei ministri per la Transizione ecologica Cingolani e della Cultura Franceschini c’è quello per il via libera alla valutazione di impatto ambientale per il rinnovo di dieci concessioni e per la messa in produzione di nuovi impianti estrattivi. Il Veneto e tutta l’area del Delta del Po non possono accettare nulla che rischi di provocare danni irreparabili a un territorio che dovrebbe solo essere tutelato e valorizzato sul piano ambientale e turistico».