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Consigliere Dolfin presenta il libro ‘Home’: le fotografie di Alessandro Boscolo Agostini e le liriche di Renzo Cremona raccontano il territorio e le persone che lo abitano. ‘Casa è dove riposa il cuore’.
Pubblicato il 17 Aprile 2025

Venezia, 17 aprile 2025 – Oggi, a palazzo Ferro Fini, il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, e il consigliere regionale Marco Dolfin (Lega- LV), hanno presentato il libro ‘Home’, con le fotografie di Alessandro Boscolo Agostini, fotografo professionista originario di Chioggia, e i testi lirici di Renzo Cremona. Ha moderato la presentazione la giornalista Angela Pederiva.

Marco Dolfin ha voluto fortemente ospitare “questa tappa veneziana del tour di presentazioni del libro, già accolto con grande interesse dal Senato della Repubblica, dove è entrato a far parte della Biblioteca istituzionale”.

Il libro, pubblicato dalla casa editrice indipendente ‘Il Leggio’ di Chioggia, è il frutto di oltre tre anni di esplorazioni in bicicletta, con 19.000 chilometri percorsi e più di 10.000 scatti realizzati tra il Delta del Po, l’entroterra di Chioggia, i Colli Euganei e le terre solcate dai grandi fiumi del Nord Italia come il Brenta, l’Adige e il Po.

A dare ulteriore profondità all’opera, 15 testi poetici firmati da Renzo Cremona, pubblicati sia in italiano che in lingua locale, e una colonna sonora originale curata da Alberto Boscolo Agostini, fratello dell’autore. ‘Home’ non è solo un libro, ma un’esperienza artistica completa che comprende anche video e musica, ponendosi come un omaggio lirico e simbolico alla domanda universale: cos’è ‘casa’?

Il presidente Ciambetti, nel suo intervento introduttivo, ha spiegato che ‘Home’ è un racconto per immagini e parole, ma è anche un gesto di restituzione, un omaggio che due autori, diversissimi per linguaggio, ma affini per sguardo, fanno alla propria terra, alla propria gente, al proprio tempo. Il volume lega assieme l’esperienza del fotografo e del poeta, entrambi veneti, entrambi profondamente radicati nel territorio, ma non per questo prigionieri della nostalgia. Le immagini di Alessandro Boscolo Agostini colgono spazi, volti, paesaggi, scorci del nostro Veneto, con uno sguardo che sa essere contemplativo e inquieto. E le parole di Renzo Cremona, con la loro tensione lirica e visionaria, ci ricordano che la lingua non serve solo a dire, ma anche a evocare, a custodire ciò che rischia di essere dimenticato”.

Il consigliere Dolfin ha spiegato che “‘Home’ è un viaggio visivo, emotivo e culturale attraverso l’anima del nostro Veneto sud-orientale. Un progetto che nasce da un lavoro straordinario di documentazione e sensibilità artistica, in cui fotografia, poesia e musica si fondono per restituire un’immagine autentica e profonda del nostro territorio”.

“In un’epoca di grandi cambiamenti – ha concluso Dolfin– ‘Home’ ci invita a riscoprire l’identità dei nostri luoghi e a coltivare un nuovo sguardo sul paesaggio veneto, talvolta banalizzato. È un’opera che ci restituisce bellezza e appartenenza, e come Regione siamo orgogliosi di sostenerla e promuoverla”.

Alessandro Boscolo Agostini ha ricordato le origini dell’opera. “Dicono che le foto più belle si facciano nel giardino di casa: ho quindi iniziato a girare le mie zone in bicicletta, scattando fotografie e prendendo appunti. Poi, la conoscenza e la collaborazione con Renzo Cremona, un ‘pittore della parola’. Assieme, ci siamo interrogati sul tema ‘casa’, cercando di dare forma a un libro double-face in cui entrambi rispondevamo, con il nostro linguaggio, alla domanda ‘cos’è ‘casa’? La mia fotografia è sempre attinente al concetto di pittura. Nelle foto del libro, frutto di una attenta selezione, c’è sospensione di domande, sofferenza. Dentro alla parola ‘Home’ sono racchiuse tutte queste emozioni, perché ‘casa’ non è solo una struttura fatta di quattro mura, è tanto altro. Al termine del ‘viaggio’ sono arrivato a questa conclusione: casa è dove riposa il cuore”.

Renzo Cremona ha invece spiegato “la passione per la lingua madre, un concetto socioculturale e non scientifico. La lingua locale ha appunto la dignità di lingua, non va trattata come un dialetto. E la poesia arriva per ultima, al termine di diverse sperimentazioni. Sulla lingua bisogna lavorarci molto e solo dopo averla plasmata per bene e fatta decantare si può passare alla poesia”.