Venezia 18 dicembre 2020 – “L’incidenza e pericolosità del Covid tra la popolazione over 65 è cosa nota, investe non solo l’Italia che, per altro, registra rispetto ad altre nazioni europee una elevata quota di popolazione anziana. Non è un caso se la Regione del Veneto ha posto particolare attenzione alle Strutture residenziali per anziani, le RSA, sia per gli ospiti, sia per gli operatori: siamo l’unica regione che effettua i tamponi ogni 4 giorni per gli operatori e ogni 20 giorni per gli ospiti”. Sonia Brescacin (ZP), presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale del Veneto, interviene sul tema “delle Rsa e le politiche di prevenzione: in Veneto è stata sviluppata una azione di valutazione del rischio calibrata su ogni singola struttura, valutazione effettuata da personale del servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Unità operativa di cure primarie e dei Servizi sociali. Questa azione – continua Brescacin – si è svolta grazie ai Piani di Sanità Pubblica specificatamente definiti per queste strutture che hanno riguardato l’isolamento dei pazienti, la gestione dei dispositivi di protezione individuale, la gestione del personale, l’introduzione del medico coordinatore con la previsione di interventi delle Usca o di team di specialisti per interventi specifici. Polemizzare sulla gestione delle Rsa mi sembra dunque inopportuno, se non intelletualmente scorretto e fuorviante e a maggior ragione se analizziamo i dati diffusi due giorni or sono dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane dell’università Cattolica – Campus di Roma, in un’analisi sulla mortalità da Covid-19. Le statistiche vanno lette bene: per quanto riguarda l’Italia non è secondario ricordare l’elevata sperequazione nell’offerta di posti letto per anziani, concentrata nel Nord, con tassi di 30 posti ogni 1.000 residenti. Nel Nordest questa offerta è sostanzialmente dedicata a persone non autosufficienti: è chiaro che nel Mezzogiorno una quota elevata di anziani resta a domicilio e ciò spiega perché la gestione pandemica delle strutture residenziali sia stata una caratteristica precipua di alcuni bacini territoriali rispetto ad altri, senza contare come durante la prima ondata, chiaramente, furono le regioni maggiormente colpite dalla diffusione del virus, Lombardia, Emilia, Veneto, in primo luogo, a doversi confrontare con questo tema. Laddove c’è una elevata quota di posti letto dedicati agli anziani non autosufficienti è chiaro che avremo più casi rispetto a realtà dove non ci sono Rsa. Credo che errori e cattiva gestione non vadano imputati alle Regioni e tra queste al Veneto, che ha dimostrato, e i numeri lo confermano, una attenzione superiore a quella di tanti altri alla profilassi preventiva e alla cura tempestiva, proprio nelle Rsa”