Venezia 28 luglio 2021 – “Il decreto che stopperà il transito delle crociere sopra le 25 mila tonnellate a Venezia (cioè quasi tutte, anche gli yacht privati) crea solo danni non solo al sistema economico veneziano”. Così il consigliere regionale Marco Dolfin del gruppo Liga Veneta per Salvini premier interviene riguardo al decreto “Misure urgenti per la tutela delle vie d’acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia, nonché per la tutela del lavoro”.
“Preoccupa soprattutto lo scenario occupazionale – spiega Dolfin – quello di migliaia di lavoratori che vedono a rischio il posto di lavoro, si mette un blocco senza avere a disposizione delle soluzioni alternative e fanno riflettere le parole del Procuratore generale della Corte dei Conti per il Veneto nella nota inviata al Senato in merito al Ddl 2329 di conversione del Dl 103/2021 “Misure urgenti per la tutela delle vie d’acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia, nonché disposizioni urgenti per la tutela del lavoro”. In particolare, il procuratore evidenzia al punto 1 “l’omessa indicazione di termini per l’attuazione della gestione commissariale”, precisando l’importanza della previsione di termini e di un cronoprogramma per l’attuazione della gestione commissariale sia per favorire l’afflusso dei turisti con l’attracco delle navi da crociera di maggiori dimensioni a Porto Marghera, nell’attesa (non breve) di realizzare soluzioni alternative, sia per ridurre i costi per i “ristori finanziari” da corrispondere alle compagnie di navigazione ed al Concessionario gestore della Stazione Marittima”.”
“Altro punto della nota – prosegue il consigliere veneziano – spiega che sarebbe stato meglio specificare le competenze e i poteri del commissario straordinario, così come è stato predisposto per la nomina del commissario straordinario del Mose. Così come non sono state specificate le competenze e i poteri che l’Autorità di sistema portuale può esercitare qualora debba procedere alla revisione della concessione prevedendo “la proroga della sua durata e la riduzione, rateizzazione e rimodulazione del canone concessorio”.”
“E’ un decreto che presenta diverse lacune – prosegue Dolfin – e non tiene conto di cosa accadrà all’indotto economico del settore crocieristico a Venezia che rischia di diventare una tomba. L’alternativa, Marghera, non è di certo pronta dall’oggi al domani, ci vorranno anni, e nel frattempo? Alcuni terminal potranno essere utilizzati dal 2022/23 ma saranno limitati, rispetto alle 7 banchine dell’attuale Marittima. Per le altre banchine invece in realizzazione, i termini sono quelli del 2026. E non saranno di certo le presentazioni di diversi emendamenti al Decreto ad aumentare i ristori ai lavoratori o che aiuteranno il settore, già in pesante crisi, a rialzarsi. Servono certezze, non le chiacchere che in questi 9 anni e 5 Governi sono state prodotte. E se il buongiorno si vede dal mattino, non permettere il transito e quindi estromettere le navi di stazza superiore alle 25 mila tonnellate, vuol dire causare la fine della nautica crocieristica a Venezia e in laguna. Nel frattempo, i Porti di Ravenna, Trieste, Monfalcone, ringraziano e si organizzano senza il fascino di Venezia”.