Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
PROGRAMMA POLITICO
Torna alle news
Cultura, Sandonà (Lega – LV): “Il Louvre e la Francia restituiscano a Venezia le Nozze di Cana dipinte da Paolo Veronese nel 1563 in occasione del 14 luglio festa nazionale per la Presa della Bastiglia. Il grande telero, trafugato da Napoleone appartiene a Venezia e alla nostra cultura. Ho scritto al Presidente francese che rimandi l’opera nella sua patria originale”.
Pubblicato il 12 Luglio 2024

Venezia, 12 luglio 2024 – “Il grande telero de “Le nozze di Cana” dipinto nel 1563 da Paolo Caliari detto il Veronese, grande pittore veneto rinascimentale, deve ritornare a Venezia, nella sua sede originale. E per questo ho scritto di mio pugno al presidente francese, Emmanuel Macron per chiederne la restituzione”. Il Presidente Prima Commissione in Consiglio regionale del Veneto, Luciano Sandonà chiede che le Nozze di Cana, trafugate e portate in Francia da Napoleone, vengano restituite. “Le Nozze di Cana non solo hanno un valore economico ma bensì storico, artistico, culturale e di stretto legame con Venezia, per la quale era stato dipinto e deve rientrare nella sua sede naturale. Il dipinto fu commissionato per decorare il refettorio benedettino dell’Isola di San Giorgio Maggiore. E nel 1797 l’opera fu oggetto, come altre opere, delle spoliazioni napoleoniche della Repubblica di Venezia: la grande tela fu smontata dalla parete l’11 settembre di quello stesso anno, tagliata in sette pezzi per consentirne il trasporto e ricomposta a Parigi. Nel 1815, a seguito del Congresso di Vienna, la Francia dovette restituire varie opere alienate, ma la tela delle Nozze di Cana fu trattenuta a Parigi dal diplomatico responsabile Dominique-Vivant Denon poiché falsamente dichiarata in stato troppo precario per affrontare il viaggio di ritorno. In cambio, offrì Il convito dal fariseo con la Maddalena ai piedi di Gesù di Charles Le Brun, un’opera decisamente minore che venne accettata dal funzionario austriaco del tempo ed è oggi conservata nei depositi delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. E proprio in virtù dello scambio del 1815, la Francia si ritiene legalmente in possesso dell’opera. Opera esposta al Louvre che invece dovrebbe stare qui a Venezia”, prosegue Luciano Sandonà, Presidente Prima Commissione. “Ci sono altri Stati, come ad esempio la Grecia, che reclamano il rientro in patria di opere d’arte portate all’estero, in Francia o in Inghilterra. Mi domando: cosa sarebbe il Louvre, ad esempio, senza le opere del Rinascimento e del Manierismo veneziano. Cosa ammirerebbero i milioni di visitatori che frequentano ogni anno le sale del Palazzo del Louvre. Nel 2007, per iniziativa della Fondazione Cini che ha sede nell’ex-monastero, una copia dell’opera è stata collocata in luogo dell’originale nell’antico refettorio. La copia è stata realizzata con sofisticate tecniche digitali per ottenere un clone perfettamente identico, ma ciò non placa il risentimento nei confronti della Repubblica Francese per i furti avvenuti ad opera di Napoleone” prosegue il Presidente Prima Commissione, Luciano Sandonà. Che nella lettera inviata al Presidente francese richiede a brevissimo giro la restituzione dell’opera pittorica del Veronese da ricollocare nella sede originaria di San Giorgio Maggiore a Venezia in occasione della ricorrenza del 14 luglio della Festa nazionale francese per la Presa della Bastiglia: “E questo in virtù della evidente ed accertata non correttezza del mantenimento dell’opera a Parigi che è basato su dichiarazioni false e contropartite inique. Detta restituzione è da intendersi a parziale risarcimento delle tante opere tutt’ora trattenute nei musei francesi” conclude deciso Luciano Sandonà (Lega – LV) , Presidente Prima Commissione.