Venezia, 26 gennaio 2022 – “MO.S.E.: sia garantito il completamento di tutte le opere di compensazione”. Si intitola così la mozione presentata dal consigliere regionale Marco Dolfin dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta in Consiglio regionale e Capo dipartimento Pesca per il partito in Veneto.
La mozione depositata oggi in Consiglio regionale del Veneto impegna la Giunta regionale ad intervenire presso il Governo e le autorità competenti “affinché sia garantito senza se e senza ma il completamento di tutte le opere di compensazione del MO.S.E. – spiega Dolfin – è di questi giorni la notizia che la sezione di controllo della Corte dei Conti ha sostanzialmente bocciato il Settimo Atto Aggiuntivo tra il ministero delle Infrastrutture e il concessionario Consorzio Venezia Nuova. Un nuovo “stop” che comporta criticità per tutti i lavori di difesa locali e per le opere di compensazione.
“Ancora una volta la salvaguardia della laguna è al centro di notizie di stampa – ricorda il consigliere regionale – di discussioni, polemiche, rallentamenti, blocchi. Ancora una volta vige un caos generalizzato, figlio di un’assenza di governance sulla laguna. Di certo non sono mancate le nomine dei “commissari”, ma le opere importanti, i cantieri e le imprese rimangono fermi al palo, in attesa di chiarimenti e controlli. Fermi anche anche i lavori sulle conche di navigazione del Mose – aggiunge il capo Dipartimento Pesca – da sempre ritenute strategiche dai pescatori in primis per evitare giorni di stop quando vengono alzate le paratoie delle dighe mobili. Perdurano situazioni di incertezza, di confusione, in cui la vittima più eccellente non è solo il sistema Mose e tutte le opere annesse e connesse, come le opere di mitigazione, di salvaguardia, di bonifica o di compensazione. A pagarne le spese è anche la Basilica di San Marco, dove i lavori previsti di tutela e salvaguardia dell’immenso patrimonio storico culturale, emblema della città, rischia ancora una volta di naufragare nelle “secche” delle burocrazia giudiziaria”.
“Sia chiaro, l’azione di controllo degli organi giudiziari – prosegue Dolfin – in particolare dalla Corte dei Conti, vanno sicuramente considerate come giusta azione e attenzione nell’ottica della massima trasparenza e tutela dei soldi pubblici. Non è ammissibile che opere faraoniche, uniche al mondo, come unica al mondo è la città che le ospita, si arrivino a bloccare per anni e non si riesca a vederne o prevederne la fine. Il Consorzio dovrà attendere fino a primavera per sapere il suo destino dal Tribunale civile ma i contratti e le fidejussioni sono bloccati. I cantieri ancora fermi e i tempi di conclusione si allungano. Siamo di fronte ad una incapacità gestionale di cui nessuno, pare, voglia prendersi delle responsabilità: è ora che la politica tutta faccia seriamente la sua parte a tutela dell’immenso patrimonio storico-culturale, ambientale, di Venezia città e laguna. Nell’auspicio e nell’attesa di soluzioni e chiarimenti giudiziari, invito non solo a ricordare la data dei 1600 dalla nascita della Serenissima, ma a perorare nelle sedi opportune interventi volti alla sua reale tutela, evitando così figure da semplici demagoghi e niente più”.