Venezia, 12 luglio 2022 – «Qualche mese fa è toccato al Prosek. Oggi al latte. E domani quale prodotto investirà? L’Europa ha tra gli obiettivi primari il compito di tutelare i prodotti di qualità, di tipicità e soprattutto che non danneggino la salute (e pertanto sani), ma non di autorizzare le porcherie. Quella del latte sintetico è solo l’ultima di una serie di idiozie che propongono a Bruxelles. Una bevanda artificiale non può sostituirsi al prodotto più naturale per antonomasia: l’Europa deve vietare, anche a tutela dei consumatori, l’assurda pratica di utilizzare i nomi come se nulla fosse. Dopo il latte a quali prodotti toccherà questa mistificazione?».
Così commenta il Presidente dell’Intergruppo Lega – LV, Alberto Villanova, che in merito alla notizia del latte sintetico ha presentato in Consiglio regionale una mozione.
«Ho presentato il documento in Consiglio del Veneto, in quanto l’Europa non può continuare a girarsi dall’altra parte di fronte ai tentativi di qualche azienda di copiare brand, nomi o prodotti che non le appartengono. Se la bevanda prodotta da una start up israeliana non può essere commercializzata in UE come latte o veicolata come prodotto lattiero-caseario dal momento che la stessa Commissione Europea ha confermato (dando seguito ad una interrogazione) che il «latte» è derivante esclusivamente dalla secrezione mammaria normale, allora ci domandiamo: perché la start-up israeliana (fondata nel 2019 grazie a 120 milioni di dollari di capitale di investimento, e che aprirà la più grande sede di produzione di latte ottenuto con la fermentazione di precisione su un’area di quasi 70mila metri quadrati in Danimarca), continua a utilizzare erroneamente il termine “latte”?» continua Villanova. «L’agricoltura italiana, i nostri allevatori e tutto il settore primario, devono confrontarsi con numerosi problemi e disagi, come conseguenza della siccità, il caro carburante, la guerra in Ucraina – continua il Presidente dell’Intergruppo Lega – LV, Villanova -. Il comparto agricolo ha bisogno di aiuti, di sostegni, di investimenti, non del latte sintetico. Non possiamo prenderci il lusso di perdere tempo quando non ne abbiamo: iniziative come quella della start – up israeliana sono simili alla vicenda del Prosek croato. Creano solo disagi. Il Governo, ed in particolare il Ministro delle Politiche Agricole, devono marcare una linea del Piave per i prodotti della nostra terra. O domani la storia si ripeterà, con qualche altro fenomeno che potrebbe inventarsi altre assurdità ancora peggio del latte artificiale spacciato per naturale» conclude Villanova.