Venezia, 11 marzo 2022 – «Venga trovato subito un sostegno finanziario che aiuti nell’immediato le imprese agricole e della pesca colpite prima dall’emergenza sanitaria, e ora dalla crisi energetica dovuta alla situazione geopolitica. I prezzi alle stelle dei carburanti rischiano di dare il colpo di grazia definitivo a un settore che era già messo a dura prova da due anni di pandemia e di conseguenti ristrettezze. Non possiamo permettere che questo accada». Lo dichiara Giuseppe Pan (Intergruppo Lega-Liga Veneta) che al riguardo ha depositato una mozione in Consiglio regionale del Veneto.
«Dall’inizio della pandemia il costo del gasolio è passato da 0,30 ad 1,30 euro al litro. I recenti sviluppi in Ucraina, poi, con la conseguente crisi del gas russo, hanno fatto raggiungere costi proibitivi. E non parliamo di un semplice pieno di benzina di un’automobile, che pure rappresenta una spesa davvero impegnativa per molte famiglie. Parliamo di barche che possono arrivare a consumare anche 2.500 euro di carburante al giorno. Cifre che hanno spinto le marinerie a bloccare le uscite in mare nei primi giorni di marzo. O di un comparto come quello alimentare che richiede ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed elettricità, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, per il funzionamento delle macchine e la climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro. Per una serra di mille metri, per esempio, la perdita netta è di 1.250 euro. L’emergenza energetica si riversa anche su carburanti per la movimentazione dei macchinari, sui costi delle materie prime, fertilizzanti, vasi e cartoni. Il rincaro dell’energia non risparmia fattori fondamentali di produzione come i fertilizzanti, con aumenti che vanno dall’urea, passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), alle torbe (+20%), mentre per gli imballaggi, in grande ritardo per i tempi di consegna, gli incrementi colpiscono per esempio la plastica per i vasetti dei fiori (+72%), il vetro (+40%), la carta (+31%). Senza contare, poi, che l’85% delle merci viaggia su gomma, e che con il caro benzina i costi per il trasporto dei prodotti è cresciuto in modo esponenziale. Quelle aziende che non riescono a sostenere queste spese, sono costrette a chiudere. E oggi, con le importazioni dall’Ucraina di grano e cereali bloccate, non possiamo assolutamente fermare la produzione. Senza un aiuto immediato, questi settori che rendono la produzione italiana un’eccellenza riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo rischia di morire. Non possiamo assolutamente permettere ciò».