Venezia, 26 marzo 2025 – «Condivido pienamente e mi unisco al grido d’allarme lanciato dai Consorzi del Prosecco del nostro Nordest. La sospensione degli ordini dagli Stati Uniti è un segnale gravissimo che non possiamo permetterci di ignorare: il rischio di nuovi dazi minaccia non solo un’eccellenza enologica, ma un simbolo del Made in Italy e dell’identità veneta nel mondo».
Così il Consigliere regionale del Veneto Roberto Bet (Intergruppo Lega – Liga Veneta), che nei giorni scorsi aveva già lanciato un appello pubblico con una lettera aperta a sostegno del Prosecco e dell’intero comparto agroalimentare italiano, interviene sulla vicenda che sta scuotendo il settore.
«Il Prosecco – prosegue Bet – è molto più di una bollicina di successo: è un patrimonio culturale e sociale, un ambasciatore dell’Italia nel mondo. Lo dimostrano i numeri: il Prosecco si è confermato il vino italiano più amato dagli americani, con oltre 130 milioni di bottiglie esportate e una stima di oltre 500 milioni di euro di valore complessivo sul mercato USA».
«Oggi più che mai – continua – serve un’azione coordinata tra istituzioni, imprese e mondo diplomatico. Per questo rilancio con forza la proposta della Diplomazia del Gusto: una strategia che parli direttamente ai cittadini americani, raccontando non solo la qualità del nostro Prosecco, ma anche il suo valore simbolico come ponte tra culture e popoli. Il cuore dell’iniziativa sarebbe un evento simbolico: “Il Prosecco unisce, non divide”, un grande roadshow in città strategiche come New York, Washington, Los Angeles, Chicago e Miami, coinvolgendo imprese, consorzi, istituzioni italiane e testimonial del Made in Italy».
«Mi appello, infine, ai ministri competenti, quello dell’Agricoltura, degli Affari Esteri e quello delle imprese e del made in Italy, affinché si attivino immediatamente per sostenere il comparto con una strategia forte e unitaria. I Consorzi hanno fatto bene a denunciare il rischio: ora tocca al Governo fare la propria parte con un’azione sinergica. Il Prosecco è un simbolo di pace e di dialogo, non può diventare vittima di una guerra commerciale».