Venezia, 19 gennaio 2021 – «La Consulta non ha bocciato la legge sulle sanzioni amministrative, di cui mi ero fatto promotore in aula, nel suo oggetto, quanto piuttosto nel metodo. Non respinge in toto la legge regionale veneta: nelle motivazioni della sentenza si legge chiaramente che la legge avrebbe dovuto delineare direttamente le conseguenze della regolarizzazione, e non lasciare troppa discrezionalità alla Giunta regionale. Bene, accogliamo i suggerimenti della Consulta: prendo l’impegno di apportare alla legge le dovute modifiche e ripresentarla una volta corretta. Perché, voglio ricordare al collega Zanoni, non è una legge pensata per tutelare i “furbetti”, ma le persone che lavorano, che ogni mattina alzano una serranda e devono districarsi nelle difficoltà burocratiche. Evidentemente lui non riesce a capire i problemi di questa categoria». Fabrizio Boron, consigliere regionale del Gruppo Zaia Presidente, commenta così la decisione della Corte costituzionale sulla legge regionale veneta che ha introdotto la regolarizzazione degli adempimenti amministrativi.
«L’istituto della diffida e della regolarizzazione è valido in molti Paesi dell’Unione Europea – prosegue Boron – in cui la legge non si presenta come vessatoria. Invece noi viviamo in un Paese in cui le norme sono troppe e spesso poco chiare, un Paese in cui spesso i cittadini si trovano ad essere “fuorilegge” non perché in malafede, ma perché non sono riusciti a venire a capo dei tanti, troppi cavilli. Non so se Zanoni capisca cosa significa districarsi tra i mille, e spesso incomprensibili, rivoli della burocrazia. Evidentemente no, se crede che i furbetti siano coloro che lavorano. Quanti hanno un’azienda e devono lottare ogni mattina per tenerla aperta, sanno bene che non è così».