Venezia, 28 marzo 2025 – “E’ evidente come il ricorso sia stato presentato alle 23.45 dell’ultimo giorno utile dei 120 previsti, per di più di sabato sera, appena 15 minuti prima della scadenza del termine. Una tempistica che non può che apparire strumentale, con il solo scopo di rallentare, se non bloccare, un iter amministrativo lungo, articolato e trasparente, che ha coinvolto sia le Amministrazioni comunali interessate sia il Consiglio regionale.”
Così il Presidente della Prima Commissione, Luciano Sandonà, commenta la notizia del ricorso straordinario al Capo dello Stato che blocca l’iter per il referendum sul passaggio della frazione di San Vito sotto il Comune di Noventa.
“Non può essere ignorato – prosegue Sandonà – che la Prima Commissione consiliare regionale abbia garantito il massimo spazio di confronto, consentendo alle amministrazioni locali e ai diversi comitati cittadini di esprimere le proprie valutazioni. Un dibattito approfondito che è poi proseguito in aula consiliare, con una valutazione attenta di tutte le posizioni. Il provvedimento che oggi viene impugnato era stato ampiamente motivato, considerando e accogliendo diverse istanze emerse nel corso dell’istruttoria.
Ma c’è un altro aspetto che colpisce e quantomeno incuriosisce – prosegue Sandonà – che questa iniziativa provenga da sindaci e amministratori che, nei fatti, non hanno mai partecipato attivamente al dibattito o non vi sono mai intervenuti in modo significativo. Ora, con questa mossa, si tenta di sottrarre ai cittadini la possibilità di esprimersi democraticamente sul proprio futuro.”
Inoltre, il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica rappresenta un evento rarissimo nella storia amministrativa della Regione Veneto: “Negli ultimi decenni si ricorda un solo caso. Questo dimostra quanto sia inusuale questa strada, che sembra scelta più per ostacolare un procedimento democratico che per motivi realmente fondati.”
“Ora la Regione del Veneto valuterà come procedere: si deciderà se lasciare la questione a questa via straordinaria o demandarla al TAR. In ogni caso, la volontà popolare non può essere ostaggio di giochi politici e manovre dilatorie. La Regione ha seguito un percorso chiaro e trasparente, e la comunità di San Vito ha il diritto di esprimersi – conclude Sandonà –. Mi auguro che questa situazione si sblocchi al più presto, nel rispetto della democrazia e della partecipazione dei cittadini.”