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Villanova (ZP): «Presentato un progetto di legge per istituire la “Città veneta della cultura”: nuova occasione di visibilità e valorizzazione del patrimonio culturale artistico e immateriale dei grandi centri artistici, ma anche dei piccoli borghi»
Pubblicato il 23 Aprile 2021

Venezia, 23 aprile 2020 – «L’ultimo anno, con la pandemia che ha quasi azzerato i flussi turistici, ha vanificato il duro lavoro fatto dal Veneto, da sempre meta preferita dei turisti italiani e stranieri. Pensiamo solo che, all’inizio del 2020, con 32,5 milioni di presenze turistiche e 7,9 milioni di arrivi, la nostra regione si posizionava in testa alle classifiche dell’accoglienza. E questo grazie al suo straordinario patrimonio culturale materiale, composto dai grandi capolavori architettonici e da 304 istituti museali. Ad accogliere il 53,5% dei turisti sono proprio le città d’arte. Perché questo tesoro sia ancora più valorizzato, ho depositato un progetto di legge per l’istituzione, sul modello delle esperienze delle Capitali della cultura europea e nazionale, il titolo di “Città veneta della cultura”». Ad annunciarlo è il capogruppo di Zaia Presidente in Consiglio regionale del Veneto, Alberto Villanova.

«Storia e cultura si leggono anche attraverso la tradizione enogastronomica e l’artigianato. Il nostro Veneto custodisce prestigiose eccellenze manifatturiere e vitivinicole. Senza contare, poi, che alcuni paesaggi, come quello delle colline del Prosecco, sono frutto di metodi di coltivazione che sono espressione delle nostre tradizioni. Il progetto di legge – prosegue quindi Villanova – vuole sostenere la capacità progettuale delle città per fare in modo che si rafforzi la consapevolezza dell’importanza della cultura per la coesione sociale, l’innovazione e lo sviluppo economico delle nostre comunità. Ad essere elette “Città veneta della cultura”, poi, non saranno solo i grandi capoluoghi, ma anche i borghi più piccoli e meno conosciuti alle masse che, però, custodiscono alcuni gioiellini, dalle cinte murate del Padovano o della Marca Trevigiana alle vallate romantiche delle Dolomiti. Questo Pdl darà una nuova vetrina a questi piccoli centri, troppo spesso ai margini dei normali flussi turistici e, anche per questo, a rischio spopolamento. Grazie a una nuova occasione di visibilità, per cui sarà fondamentale il coinvolgimento delle comunità locali, l’economia del territorio potrà avere occasione di un nuovo slancio. Naturalmente grande attenzione sarà data a tutto quel patrimonio immateriale, fatto da tradizioni secolari, tecniche di coltivazione o produzione gastronomica, lingue antiche che rischiano di scomparire ma che rappresentano il vero punto di forza del nostro territorio».