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PROGRAMMA POLITICO
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11 Febbraio 2021
Centenaro (ZP): «Arpav, la Regione non vuole nascondere nulla. Presentata un’interrogazione per permettere all’assessore di rispondere alle accuse delle RSU»
Venezia, 10 febbraio 2021 - «Nei giorni scorsi diversi quotidiani e siti di informazione online hanno riportato la lettera aperta scritta dalle RSU di Arpav. Una lettera dura, con cui le rappresentanze sindacali accusavano la Regione del Veneto, ente controllore dell’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale, di aver messo in atto una riorganizzazione di Arpav abbandonandola nel più totale caos. Accuse pesanti che non possono cadere nel vuoto. La Regione del Veneto ha sempre dimostrato la massima attenzione nei confronti di un ente importante come Arpav. Per questo motivo, d’accordo con l’assessore regionale, ho presentato un’interrogazione alla Giunta per poter, nella massima trasparenza, dare una risposta chiara e definitiva a lavoratori e cittadini». Ad annunciarlo è Giulio Centenaro, consigliere regionale del Gruppo Zaia. «La Regione non ha nulla da nascondere – continua Centenaro -, né riguardo una presunta riorganizzazione strutturale, né riguardo il nuovo incarico assegnato al direttore generale di Arpav, nominato a gennaio capo area della “Tutela e Sviluppo del Territorio Veneto”. In aula consiliare l’assessore potrà rispondere alle accuse pesanti lanciate dalle RSU: è giusto che chi ha utilizzato i giornali e la stampa per lanciare contro la Giunta parole pesanti, si prenda le sue responsabilità».  
10 Febbraio 2021
Giorno del Ricordo – Villanova (ZP): «L’Anpi Brescia definisce la foiba di Basovizza “solo” un pozzo minerario abbandonato. Una vergogna: ritratti immediatamente quanto detto»
Venezia, 10 febbraio 2021 - «Oggi tutta Italia commemora il massacro delle foibe e l'esodo Giuliano-istriano-dalmata. È scandaloso che la strage ordinata dal Maresciallo Tito, un criminale di guerra, trovi giustificazione in frasi aberranti di chi, come ANPI Brescia, con un post facebook, descrive la foiba di Basovizza solo come un pozzo minerario abbandonato. Sono affermazioni gravissime che offendono la memoria di migliaia di morti innocenti». Interviene così Alberto Villanova, capogruppo di Zaia Presidente, sulla polemica di queste ore legata ad un post di ANPI Brescia dove si negano i crimini compiuti alla foiba di Basovizza. «Il Parlamento ha istituito questa giornata per far riflettere sugli orrori dei crimini accaduti sul confine orientale dopo la guerra. Spiace che una associazione come l'ANPI, che si professa detentrice della pace e della verità storica, proprio oggi utilizzi questa ricorrenza per sostenere tesi vergognose al solo scopo di fare polemica. Non basta leggere fogli scritti da storici improvvisati per affermare che a Basovizza non si perpetrò un crimine: lo storico è un lavoro fondamentale per la società civile e molto difficile. Dovrebbe essere ormai ben chiaro che chi si reca in pellegrinaggio nei Balcani sulle orme di un dittatore non è certo una fonte attendibile cui attingere. Per rispetto degli innocenti morti nelle foibe, per gli esuli istriano–dalmati costretti ad abbandonare le proprie case – conclude Villanova -, l'ANPI prenda immediatamente le distanze da quel post Facebook e si scusi pubblicamente , o mi impegnerò personalmente in ogni modo, in ogni sede istituzionale, perché sia data dignità a una giornata così solenne macchiata da questa infamia».  
9 Febbraio 2021
Attività sportive e palestre – Villanova (ZP) e Rigo (LV): «Il nuovo Governo prenda subito il mano la questione palestre e piscine e permetta la ripresa delle attività sportive»
Venezia, 9 febbraio 2021 - «Una delle priorità che il nuovo presidente del Consiglio dovrà affrontare non potrà che essere quella della riapertura, in totale sicurezza, delle palestre, delle piscine e dei centri sportivi. Queste attività sono ormai ferme da ottobre. Significa che tutti i lavoratori e le loro famiglie che ruotano attorno a queste strutture sono senza stipendio ormai da mesi. Come è possibile giustificare ulteriormente le chiusure, quando il mondo fuori ha ripreso a vivere e le persone si affollano nelle piazze o nei centri commerciali? Aprire almeno alle lezioni individuali permetterebbe ai gestori, agli istruttori e a tutti i dipendenti delle palestre di tornare a tirare un sospiro di sollievo e poter affrontare con più serenità i mesi ancora difficili che ci attendono». A dirlo sono Alberto Villanova, capogruppo in Consiglio regionale del Veneto di Zaia Presidente, e Filippo Rigo, consigliere regionale e vicecapogruppo di Gruppo Liga Veneta per Salvini premier. «Il Comitato Tecnico Scientifico ha dato via libera alle linee guida per la ripresa, seppur in forma solitaria, alle attività – continuano i due consiglieri regionali -. Spetterà ora al Governo rendere questi indirizzi realtà. Ci auguriamo che i nuovi inquilini di Palazzo Chigi sappiano cogliere le esigenze di una categoria che già troppo, e ben più di altre, ha sofferto le restrizioni del lockdown. La Regione del Veneto, da parte sua, ha dato una risposta ai bisogni del mondo sportivo, stanziando 18 milioni di euro, il cui bando, organizzato insieme a Unioncamere, sarà pubblicato domani sul sito web della Regione del Veneto (
www.regione.veneto.it) e destinato alle filiere più colpite, dall’intrattenimento ai parchi a tema. Tra queste, anche lo sport: club sportivi, corsi di danza, noleggio di attrezzature sportive, gestione di stadi e piscine. Invitiamo quindi tutti gli interessati a controllare i codici ATECO coinvolti nel bando per ottenere una compensazione, seppur parziale, delle perdite subite in questi mesi. Ciò che chiedono gli operatori del settore, però, non sono solamente soldi che cadono a pioggia dall’alto. Chiedono di poter lavorare, nella completa sicurezza loro e dei loro clienti, per poter portare avanti il loro mestiere e dare una rinnovata dignità ai propri dipendenti. Il Governo non può lasciar cadere nel vuoto queste legittime richieste».
9 Febbraio 2021
Crocieristica – Dolfin (LV): «Venezia continui ad essere home port internazionale. Il Governo sostenga gli operatori portuali e i professionisti del settore»
Venezia, 9 febbraio 2021 - «La città di Venezia non può essere separata dal suo porto: tutelare l’una, significa rilanciare anche l’altro. Per questo è fondamentale che la nostra città continui ad essere home port internazionale. Prima che il Covid si abbattesse su tutti noi, Venezia, con 1.617.945 crocieristi nel solo 2019, dimostrava di essere in grado di accogliere qualsiasi tipo di nave, grazie anche al collegamento con l’aeroporto internazionale Marco Polo, con la ferrovia e con le autostrade A4 e A27. Sono ormai quasi 11 mesi, però, che Venezia non accoglie più navi da crociera. Una crisi profonda che ha portato gli addetti portuali, con la cassa integrazione finita a novembre 2020, a chiedere alle istituzioni soluzioni immediate. Non possiamo lasciarli soli: per questo motivo ho presentato una mozione per chiedere una maggior tutela di tutti gli operatori e i professionisti portuali del settore crocieristico». Ad annunciarlo è Marco Dolfin, consigliere regionale del Gruppo Liga Veneta per Salvini premier. «Attorno al porto turistico veneziano ruota un indotto enorme – continua Dolfin -: facchini e ormeggiatori, ma anche artigiani del vetro, tassisti e motoscafisti, gondolieri e tanti altri. Lavoratori che vivono di turismo proprio grazie al porto. La cancellazione degli scali delle navi da crociera a Venezia ha colpito tutti loro. Altra questione fondamentale è poi quella della manutenzione e degli scavi dei canali. Ad agosto il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva stanziato 900 milioni di euro per i porti italiani, di cui 26 destinati a Venezia e Chioggia per escavi e interventi strutturali. Opere attese da tempo per facilitare il lavoro a tutti i portuali e migliorare la sicurezza dei lavoratori e delle navi. È stata proprio la condizione attuale dei canali a spingere le compagnie da crociera a scegliere Trieste come scalo principale fino alla primavera del 2021. Senza contare poi che Venezia è ancora in attesa della riprogettazione della conca di navigazione, indispensabile per mantenere in attività il porto con il Mose in funzione. Il Governo non può rimandare questi aiuti indispensabili: permetta al porto di lavorare e contribuire così all’economia dell’intero Paese».  
8 Febbraio 2021
Villanova (ZP): «Il giorno del ricordo patrimonio storico nazionale, commemoriamo le vittime delle foibe e l’esodo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia per vincere ogni negazionismo»
In foto, Alberto Villanova insieme al presidente dell'Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota, il 12 febbraio 2020   Venezia, 8 febbraio 2021 - «Il 10 febbraio commemoreremo il Giorno del Ricordo, istituito per riflettere e onorare tutte le vittime delle atrocità compiute dalle milizie del maresciallo Tito. Stragi ripetute che, per il loro disegno, modalità di esecuzione e dimensioni sono da considerare a tutti gli effetti una pulizia etnica. Chi non ha mai visto quegli spacchi profondi nel terreno carsico, al cui interno sono stati gettati senza alcuna considerazione, come rifiuti, gli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, non può neanche capire cosa sia accaduto. Ecco perché è di fondamentale importanza sostenere ogni azione che permetta una corretta conoscenza della storia, contrastandone ogni strumentalizzazione, negazionismo e riduzionismo». A dirlo è Alberto Villanova, capogruppo in Consiglio regionale di Zaia Presidente, che annuncia così la risoluzione da lui presentata al riguardo. «Il Consiglio regionale del Veneto ha stretto un protocollo con l’associazione “Unione degli Istriani” – continua Villanova – che prevede visite dei consiglieri regionali estese anche agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado al Museo Centro Raccolta Profughi di Padriciano e ai luoghi della Memoria degli italiani perseguitati. Solamente davanti alle foto di quei volti, molti ancora senza nome, esposti al museo, davanti ai carretti con i pochi oggetti raggranellati dai profughi, si può comprendere la tragedia vissuta dagli esuli. La mia risoluzione vuole far sì che le iniziative previste da questo protocollo vengano portate avanti, e venga organizzato un ciclo di conferenze e di sedute straordinarie della Commissione consiliare permanente Cultura, alla presenza degli studenti e dei loro insegnanti, per incontrare esperti, storici e testimoni. Per troppo tempo questi fatti sono stati taciuti, protetti da ragioni di opportunità politica e di strategie internazionali legate alla guerra fredda. Ancora oggi in troppi si ostinano a voler negare ciò che è stato, derubricandolo magari a semplice lotta politica. A ciò non contribuisce il fatto che molte strade e piazze, in Italia, siano ancora dedicate al maresciallo Tito, tuttora insignito dell’alta onorificenza concessagli nel 1969 dall’allora presidente della Repubblica Saragat. Purtroppo la legge non consente di revocare le onorificenze ai soggetti deceduti. Alle assurdità burocratiche possiamo e dobbiamo rispondere con una coscienza civile e storica che si opponga a queste assurde decisioni piuttosto che agli inqualificabili tentavi di qualche storico allo sbaraglio che, solo per aver fatto una gita con gli amici nei Balcani, crede di poter riscrivere per i suoi compagni di viaggio una delle più grandi tragedie del dopoguerra italiano».
5 Febbraio 2021
Autonomia – Villanova (ZP): «Su Draghi non c’è alcun pregiudizio. Il nuovo premier recuperi il tempo perso da chi ha remato contro i diritti e le aspettative del Veneto»
Venezia, 5 febbraio 2021 – «La figura di Mario Draghi è di alto profilo a livello internazionale. Vista la sua preparazione, siamo fiduciosi che possa valutare al meglio ciò che il Veneto chiede da tempo, l’Autonomia». Interviene così il capogruppo di Zaia Presidente, Alberto Villanova, per commentare la situazione politica nazionale e le trattative di Mario Draghi per formare il nuovo Governo. «L’affidabilità e rispettabilità del professor Draghi lo precedono, così come la sua capacità di ascolto. Non c’è un motivo valido, quindi, che gli impedisca di non ascoltare l’appello del Segretario e dei rappresentanti della Lega. Nei suoi confronti non abbiamo alcuna questione pregiudiziale: come ha ricordato il nostro Presidente Zaia, chi ascolterà le istanze del nostro Popolo sarà un interlocutore che merita la nostra attenzione e il confronto. I Veneti sono persone pragmatiche, e hanno già perso troppo tempo con ministri come Boccia o Provenzano che fingevano di interessarsi di Autonomia quando invece - conclude Villanova - puntavano solo al centralismo».
5 Febbraio 2021
PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Villanova (ZP): «Presentata una risoluzione contro un piano carente, senza visione del futuro, senza una precisa governance e fortemente sperequato con oltre il 67 per cento delle risorse al Sud. Il Veneto ha i progetti per ripartire subito con le adeguate risorse»
Venezia, 5 febbraio 2021 - «Era ancora novembre quando l’ormai ex Governo, con toni trionfali, annunciava la creazione di una task force per calare dall’alto la soluzione definitiva che avrebbe permesso all’Italia di risollevare le proprie sorti economiche grazie all’utilizzo ottimale dei fondi del Recovery Fund. Da allora sono ormai passati due mesi. Il Governo non solo ha fatto passi indietro su questo grande comitato di “tecnici”, ma si è anche dissolto nel nulla, lasciando l’Italia e il Veneto nella confusione più totale su quello che sarà il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quel piano che, a detta dell’Europa e del presidente della Repubblica Mattarella, rappresenta la nostra priorità. E ora, con tempi di presentazione e discussione che diventano di giorno in giorno sempre più stretti e assillanti, continuiamo a vedere un PNRR carente, privo di qualsiasi visione del futuro, senza una governance e fortemente sbilanciato verso una precisa area d’Italia. Il Veneto non può aspettare oltre, non può rischiare di vedere sfumare questa opportunità di risollevarsi dopo la crisi economica devastante che sta attraversando». Così Alberto Villanova, capogruppo in Consiglio regionale del Veneto di Zaia Presidente, commenta la presentazione della sua risoluzione con cui invita il Governo a risolvere subito le criticità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. «La strategia delineata nel PNRR comporta l’impegno nel breve periodo delle sovvenzioni che ammontano a 68.9 miliardi: viene espressa, infatti, la volontà di utilizzare il 70% delle sovvenzioni del RRF, il Recovery and Resilience Facility, pari a 48.23 miliardi, entro la fine 2022 e con limite di spesa entro il 2023, senza alcuna indicazione rispetto alle priorità di spesa scelte ed agli obiettivi di utilizzo della componente prestiti del dispositivo di Ripresa e Resilienza, la quale ammonta a 127.6 miliardi. Il piano, però, presenta lacune anche rispetto agli strumenti di governance, ossia riguardo i processi decisionali, di gestione e monitoraggio dello stesso. Non vengono però definite con precisione quali siano le “amministrazioni e le istituzioni competenti”. Viene solamente detto che il Governo presenterà al Parlamento un modello di governance, identificando le responsabilità di realizzazione, gli strumenti e le procedure di coordinamento con i Ministeri competenti, le relazioni con gli altri livelli istituzionali e di governance, il modello di monitoraggio dei progressi e dell’avanzamento in termini di spesa. Vista la centralità del tema, ci aspettiamo che il Governo sia più chiaro su questo fronte».
▪Recovery and Resilience Facility (RRF) di cui:       -Sovvenzioni   68.9 MLD -Prestiti        127.6 MLD 196.5 MLD
▪React EU   13.5 MLD
▪Just Transition Fund     0.5 MLD
▪MFF (Multiannual Financial Framework) Quadro Finanziario Pluriennale Cofinanziato da risorse interne per la metà   99.1 MLD
Risorse totali 2021-2029 309.6 MLD
  «Il REACT EU, che ammonta a 13,5 miliardi, ha invece l’obiettivo di fungere da ponte tra le due programmazioni quadro 2014-20 e 2021-27, per rispondere alle necessità di ripresa e rilancio dell’economia già da ora presenti in Italia. La Regione del Veneto non si è fatta trovare impreparata a questo appuntamento – continua Villanova – e ha già pronto da mesi un piano dettagliato, articolato in 155 schede, che illustra 13 macroprogetti da concludersi entro il 2026, proprio come prevedono le linee guida nazionali, e che rispetta le sei aree tematiche, le Missioni approvate dal Parlamento il 13 ottobre 2020: digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, formazione, ricerca e cultura, equità sociale, di genere e territoriale, salute. Questo perché sarebbe stato naturale coinvolgere le Regioni, in quanto Autorità di Gestione dei fondi strutturali erogati dall’Unione Europea, nel processo decisionale. E invece il Governo ha visto ancora una volta come una minaccia il coinvolgere gli enti locali nel processo decisionale e ha continuato a gestire a livello centrale il REACT-EU e gran parte del PNRR, in netta contrapposizione ad uno dei principi fondamentali che caratterizzano l’Unione Europea e soprattutto la nostra Costituzione, ovverosia il principio di sussidiarietà. Inoltre rispetto alla ripartizione dei fondi del PNRR, emerge un forte sbilanciamento delle risorse a favore delle regioni del Sud che non trova giustificazione alcuna né dai vincoli di destinazione, né dalla caratterizzazione dei fondi europei medesimi:
  • il 60% dei 500 milioni di euro destinati ai fondi di garanzia PMI sono riservati al Mezzogiorno (300 mil);
  • il 73% dei 1.500 milioni di euro del Fondo nuove competenze e altre politiche attive del lavoro sono riservati al sud (1.100 mil);
  • il 60% degli Interventi per la sostenibilità dei processi produttivi e l’economia circolare sono destinati al Mezzogiorno (180 su 300 mil).
C’è poi un'altra enorme criticità, vale a dire la decisione di inserire nel PNRR progetti già ratificati al fine di velocizzarne la messa in opera attraverso lo snellimento degli adempimenti burocratici: questa scelta, se da un lato favorisce l’attuazione di progetti già approvati, al contempo delinea la totale mancanza di prospettiva per il futuro. Il termine per la presentazione formale dei progetti è fissato al 30 aprile 2021. Questo però non significa che abbiamo tempo fino all’ultimo giorno: è fondamentale presentare il PNRR subito, per dare tempo all’Europa di esaminare i progetti preliminari, confrontarsi, aggiornarne i contenuti. Siamo già in drammatico ritardo. Nella mia risoluzione, che invieremo a tutte le forze economiche e sociali del Veneto e a tutti i parlamentari, invito il Governo a porre rimedio a queste numerose criticità, ma anche a coinvolgere le Regioni nella gestione del PNRR e a garantire una ripartizione più equa dei fondi. Spetterà a questo punto al premier incaricato Mario Draghi rimediare a tutti gli errori commessi, con preoccupate incompetenza, dal suo predecessore. Ci aspettiamo che, vista la sua esperienza e competenza, il nuovo presidente del Consiglio cambi decisamente rotta».
5 Febbraio 2021
Canoni demaniali marittimi – Dolfin (LV): «Altro che ristori. Il Governo ha aumentato fino a sette volte i costi delle concessioni per i piccoli stabilimenti balneari e rimessaggi di barche. Queste imprese hanno bisogno di aiuti, non salassi»
Venezia, 4 febbraio 2021 - «Il lockdown e la crisi economica da Covid-19 hanno messo a dura prova il settore del turismo balneare: la stagione estiva è stata fortemente compromessa dalla pandemia e i prossimi mesi si prospettano molto in salita per i gestori di stabilimenti, bar o rimessaggi di barche. Nonostante questo, però, il Governo ha deciso con il decreto «Agosto» di aumentare la soglia minima dei canoni demaniali marittimi da 362,90 a 2.500 euro annui. Una follia, per i titolari delle micro e piccole concessioni non commerciali. Le imprese avrebbero bisogno ora solamente di ristori e misure a sostegno del lavoro e del reddito, e non di aggravi di costi che rischiano solo di aggravare la sofferenza. Per questo motivo ho presentato una mozione per chiedere alla Giunta regionale del Veneto di farsi portavoce con il Governo ed evitare questi aumenti spropositati». Ad annunciarlo è Marco Dolfin, consigliere regionale del Gruppo Liga Veneta per Salvini premier. «Questa crescita esponenziale dei canoni non è stata imposta solo agli stabilimenti balneari, ma anche ai titolari di micro e piccole concessioni sul demanio marittimo – spiega Dolfin -. Parliamo quindi di ormeggi privati, cartelli pubblicitari, edicole, rimessaggi di surf e windsurf, campi da beach volley di associazioni sportive e dilettantistiche. Realtà che hanno quindi visto pressoché azzerarsi le entrate nell’ultima stagione. A fronte di costi così elevati a molte realtà, per lo più a conduzione familiare, non resterà altra strada che chiudere. Non possiamo permettere che questo settore, così importante per l’economia della nostra regione, ma anche per il mantenimento delle nostre spiagge, sia messo in ginocchio da un Governo che, evidentemente, ha l’unico obiettivo di “fare cassa”».
29 Gennaio 2021
Rigo (LV): «Preoccupante il progetto di una grande discarica di scarti di auto in una zona dalle eccellenze enogastronomiche. Urgente ripensare le politiche ambientali dell’UE»
Venezia, 29 gennaio 2021 - «Il progetto del Car Fluff che dovrà essere aperto a Sorgà, nel Veronese, sta davvero creando non poche preoccupazioni nei residenti e gli amministratori. Aprire una grande discarica di scarti di auto, con tutti i rischi ambientali che ne deriveranno, in una zona a spiccata vocazione agricola, dove vengono coltivate eccellenze agroalimentari come il riso IGP e il radicchio IGP, non sembra una scelta molto lungimirante. Il progetto è ancora in fase di pre-istruttoria negli uffici della Regione del Veneto: i tecnici stanno ancora esaminando la regolarità dei documenti presentati. Come amministratori regionali, sarà nostra premura monitorare la questione per verificarne gli impatti sulla viabilità e sull’equilibrio ambientale della zona che preoccupa cittadini, amministratori, agricoltori e associazioni venatorie che vivono ogni giorno questo territorio. È però urgente anche ragionare in prospettiva sulle modalità di smaltimento dei veicoli ormai obsoleti, anche in funzione delle stringenti politiche ambientali dell’Unione Europea in materia di diesel Euro 4 che potrebbero avere profondi impatti sullo smaltimento di veicoli». A dirlo è Filippo Rigo, consigliere regionale del Gruppo Liga Veneta per Salvini Premier. «Al momento l’Unione Europea ha sospeso l’obbligo di dismettere tutti i diesel euro 4 – precisa Rigo -, ma la questione è solamente rimandata. Dover adempiere a questa imposizione provocherebbe un enorme danno economico per le famiglie, costrette a dismettere e cambiare auto a favore di un veicolo più moderno. L’Ue dovrebbe anche considerare le conseguenze delle proprie politiche ecologiche. La dismissione di quasi un terzo del parco auto nazionale andrebbe attentamente valutata anche in relazione alle ricadute sull'intero e già provato sistema di gestione dei rifiuti di origine produttiva. In particolare, il fabbisogno di smaltimento dei residui dalla lavorazione del Car Fluff comporterebbe l'immancabile ricerca di nuove aree di discariche. E questo comporterebbe un rischio di ulteriore consumo di suolo, considerata l'attuale carenza di offerta di smaltimento, e un concreto pericolo per la salute pubblica. Ancora una volta Bruxelles si dimostra troppo lontana dalla vita reale dei cittadini».
29 Gennaio 2021
PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Villanova (ZP): «Oltre il 67% delle risorse al Mezzogiorno. Le briciole al Nord offendono le nostre imprese e affondano la ripresa del Paese Italia»
Venezia, 29 gennaio 2021 – «La strategia adottata dal Governo a proposito del Recovery Fund è una offesa ad una della aree più produttive d'Europa. Più approfondiamo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e più aumentano i dubbi su quanto deciso da quel che fu del Governo. Pur volendo lasciar perdere  il fatto che le Regioni non sono state coinvolte in questo piano, sebbene dovrebbero essere le prime interessate in quanto destinatarie dei fondi,  è tutto l’impianto metodologico del dispositivo che non regge. Il PNRR, ha deciso di concentrare il 67,4% degli interventi al Sud. Uno sbilanciamento di risorse inqualificabile, ingiusto e offensivo nei confronti dei nostri imprenditori. Ci avevano detto che il Piano era nazionale, ma da quello che leggo, è tagliato e cucito su misura solo di qualcuno». Alberto Villanova, Presidente Intergruppo Zaia Presidente - LigaVeneta per Salvini Premier in Consiglio regionale del Veneto, commenta così le anticipazioni sul Piano nazionale di Ripresa e Resilienza approvato poche settimane fa dal Consiglio dei Ministri. «Solo per fare qualche esempio circa la sperequazione territoriale del PNRR:
  • il 60% dei 500 milioni di euro destinati ai fondi di garanzia PMI sono riservati al Mezzogiorno (300 milioni);
  • il 73% dei 1.500 milioni di euro del Fondo nuove competenze e altre politiche attive del lavoro sono riservati al sud (1.100 milioni);
  • il 60% degli Interventi per la sostenibilità dei processi produttivi e l’economia circolare sono destinati al Mezzogiorno (180 su 300 milioni)
Uno squilibrio che non solo non rispetta un’equa ripartizione dei fondi, ma che va anche contro le modalità previste dall’Unione Europea. Una delle condizioni imposte da Bruxelles per la ripartizione, infatti, è anche quella della valutazione della capacità di spesa dei destinatari e della immediata cantierabilità dei progetti. Condizioni che il Veneto ha già dimostrato di saper rispettare, in passato, con un utilizzo adeguato dei fondi europei fin qui ricevuti. Due mesi fa la Regione del Veneto ha presentato un elenco di 155 progetti molto ambizioso e soprattutto molto concreto, attivabili nell’immediato. Progetti che potrebbero davvero imprimere una svolta nella nostra economia sferzata da una crisi senza precedenti. Spero che appena Conte, Renzi e Zingaretti avranno finito di litigare, ci sarà la decenza rivedere profondamente e velocemente questo Piano. Perché l'obiettivo del Piano di Ripresa dovrebbe essere nazionale, per tutto il Paese, non solo per qualcuno"- conclude Villanova.