Centenaro (ZP): «Arpav, la Regione non vuole nascondere nulla. Presentata un’interrogazione per permettere all’assessore di rispondere alle accuse delle RSU»
Venezia, 10 febbraio 2021 - «Nei giorni scorsi diversi quotidiani e siti di informazione online hanno riportato la lettera aperta scritta dalle RSU di Arpav. Una lettera dura, con cui le rappresentanze sindacali accusavano la Regione del Veneto, ente controllore dell’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale, di aver messo in atto una riorganizzazione di Arpav abbandonandola nel più totale caos. Accuse pesanti che non possono cadere nel vuoto. La Regione del Veneto ha sempre dimostrato la massima attenzione nei confronti di un ente importante come Arpav. Per questo motivo, d’accordo con l’assessore regionale, ho presentato un’interrogazione alla Giunta per poter, nella massima trasparenza, dare una risposta chiara e definitiva a lavoratori e cittadini». Ad annunciarlo è Giulio Centenaro, consigliere regionale del Gruppo Zaia.
«La Regione non ha nulla da nascondere – continua Centenaro -, né riguardo una presunta riorganizzazione strutturale, né riguardo il nuovo incarico assegnato al direttore generale di Arpav, nominato a gennaio capo area della “Tutela e Sviluppo del Territorio Veneto”. In aula consiliare l’assessore potrà rispondere alle accuse pesanti lanciate dalle RSU: è giusto che chi ha utilizzato i giornali e la stampa per lanciare contro la Giunta parole pesanti, si prenda le sue responsabilità».
Giorno del Ricordo – Villanova (ZP): «L’Anpi Brescia definisce la foiba di Basovizza “solo” un pozzo minerario abbandonato. Una vergogna: ritratti immediatamente quanto detto»
Venezia, 10 febbraio 2021 - «Oggi tutta Italia commemora il massacro delle foibe e l'esodo Giuliano-istriano-dalmata. È scandaloso che la strage ordinata dal Maresciallo Tito, un criminale di guerra, trovi giustificazione in frasi aberranti di chi, come ANPI Brescia, con un post facebook, descrive la foiba di Basovizza solo come un pozzo minerario abbandonato. Sono affermazioni gravissime che offendono la memoria di migliaia di morti innocenti». Interviene così Alberto Villanova, capogruppo di Zaia Presidente, sulla polemica di queste ore legata ad un post di ANPI Brescia dove si negano i crimini compiuti alla foiba di Basovizza.
«Il Parlamento ha istituito questa giornata per far riflettere sugli orrori dei crimini accaduti sul confine orientale dopo la guerra. Spiace che una associazione come l'ANPI, che si professa detentrice della pace e della verità storica, proprio oggi utilizzi questa ricorrenza per sostenere tesi vergognose al solo scopo di fare polemica. Non basta leggere fogli scritti da storici improvvisati per affermare che a Basovizza non si perpetrò un crimine: lo storico è un lavoro fondamentale per la società civile e molto difficile. Dovrebbe essere ormai ben chiaro che chi si reca in pellegrinaggio nei Balcani sulle orme di un dittatore non è certo una fonte attendibile cui attingere. Per rispetto degli innocenti morti nelle foibe, per gli esuli istriano–dalmati costretti ad abbandonare le proprie case – conclude Villanova -, l'ANPI prenda immediatamente le distanze da quel post Facebook e si scusi pubblicamente , o mi impegnerò personalmente in ogni modo, in ogni sede istituzionale, perché sia data dignità a una giornata così solenne macchiata da questa infamia».
Crocieristica – Dolfin (LV): «Venezia continui ad essere home port internazionale. Il Governo sostenga gli operatori portuali e i professionisti del settore»
Venezia, 9 febbraio 2021 - «La città di Venezia non può essere separata dal suo porto: tutelare l’una, significa rilanciare anche l’altro. Per questo è fondamentale che la nostra città continui ad essere home port internazionale. Prima che il Covid si abbattesse su tutti noi, Venezia, con 1.617.945 crocieristi nel solo 2019, dimostrava di essere in grado di accogliere qualsiasi tipo di nave, grazie anche al collegamento con l’aeroporto internazionale Marco Polo, con la ferrovia e con le autostrade A4 e A27. Sono ormai quasi 11 mesi, però, che Venezia non accoglie più navi da crociera. Una crisi profonda che ha portato gli addetti portuali, con la cassa integrazione finita a novembre 2020, a chiedere alle istituzioni soluzioni immediate. Non possiamo lasciarli soli: per questo motivo ho presentato una mozione per chiedere una maggior tutela di tutti gli operatori e i professionisti portuali del settore crocieristico». Ad annunciarlo è Marco Dolfin, consigliere regionale del Gruppo Liga Veneta per Salvini premier.
«Attorno al porto turistico veneziano ruota un indotto enorme – continua Dolfin -: facchini e ormeggiatori, ma anche artigiani del vetro, tassisti e motoscafisti, gondolieri e tanti altri. Lavoratori che vivono di turismo proprio grazie al porto. La cancellazione degli scali delle navi da crociera a Venezia ha colpito tutti loro. Altra questione fondamentale è poi quella della manutenzione e degli scavi dei canali. Ad agosto il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva stanziato 900 milioni di euro per i porti italiani, di cui 26 destinati a Venezia e Chioggia per escavi e interventi strutturali. Opere attese da tempo per facilitare il lavoro a tutti i portuali e migliorare la sicurezza dei lavoratori e delle navi. È stata proprio la condizione attuale dei canali a spingere le compagnie da crociera a scegliere Trieste come scalo principale fino alla primavera del 2021. Senza contare poi che Venezia è ancora in attesa della riprogettazione della conca di navigazione, indispensabile per mantenere in attività il porto con il Mose in funzione. Il Governo non può rimandare questi aiuti indispensabili: permetta al porto di lavorare e contribuire così all’economia dell’intero Paese».
Villanova (ZP): «Il giorno del ricordo patrimonio storico nazionale, commemoriamo le vittime delle foibe e l’esodo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia per vincere ogni negazionismo»
In foto, Alberto Villanova insieme al presidente dell'Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota, il 12 febbraio 2020
Venezia, 8 febbraio 2021 - «Il 10 febbraio commemoreremo il Giorno del Ricordo, istituito per riflettere e onorare tutte le vittime delle atrocità compiute dalle milizie del maresciallo Tito. Stragi ripetute che, per il loro disegno, modalità di esecuzione e dimensioni sono da considerare a tutti gli effetti una pulizia etnica. Chi non ha mai visto quegli spacchi profondi nel terreno carsico, al cui interno sono stati gettati senza alcuna considerazione, come rifiuti, gli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, non può neanche capire cosa sia accaduto. Ecco perché è di fondamentale importanza sostenere ogni azione che permetta una corretta conoscenza della storia, contrastandone ogni strumentalizzazione, negazionismo e riduzionismo». A dirlo è Alberto Villanova, capogruppo in Consiglio regionale di Zaia Presidente, che annuncia così la risoluzione da lui presentata al riguardo.
«Il Consiglio regionale del Veneto ha stretto un protocollo con l’associazione “Unione degli Istriani” – continua Villanova – che prevede visite dei consiglieri regionali estese anche agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado al Museo Centro Raccolta Profughi di Padriciano e ai luoghi della Memoria degli italiani perseguitati. Solamente davanti alle foto di quei volti, molti ancora senza nome, esposti al museo, davanti ai carretti con i pochi oggetti raggranellati dai profughi, si può comprendere la tragedia vissuta dagli esuli. La mia risoluzione vuole far sì che le iniziative previste da questo protocollo vengano portate avanti, e venga organizzato un ciclo di conferenze e di sedute straordinarie della Commissione consiliare permanente Cultura, alla presenza degli studenti e dei loro insegnanti, per incontrare esperti, storici e testimoni. Per troppo tempo questi fatti sono stati taciuti, protetti da ragioni di opportunità politica e di strategie internazionali legate alla guerra fredda. Ancora oggi in troppi si ostinano a voler negare ciò che è stato, derubricandolo magari a semplice lotta politica. A ciò non contribuisce il fatto che molte strade e piazze, in Italia, siano ancora dedicate al maresciallo Tito, tuttora insignito dell’alta onorificenza concessagli nel 1969 dall’allora presidente della Repubblica Saragat. Purtroppo la legge non consente di revocare le onorificenze ai soggetti deceduti. Alle assurdità burocratiche possiamo e dobbiamo rispondere con una coscienza civile e storica che si opponga a queste assurde decisioni piuttosto che agli inqualificabili tentavi di qualche storico allo sbaraglio che, solo per aver fatto una gita con gli amici nei Balcani, crede di poter riscrivere per i suoi compagni di viaggio una delle più grandi tragedie del dopoguerra italiano».
Autonomia – Villanova (ZP): «Su Draghi non c’è alcun pregiudizio. Il nuovo premier recuperi il tempo perso da chi ha remato contro i diritti e le aspettative del Veneto»
Venezia, 5 febbraio 2021 – «La figura di Mario Draghi è di alto profilo a livello internazionale. Vista la sua preparazione, siamo fiduciosi che possa valutare al meglio ciò che il Veneto chiede da tempo, l’Autonomia». Interviene così il capogruppo di Zaia Presidente, Alberto Villanova, per commentare la situazione politica nazionale e le trattative di Mario Draghi per formare il nuovo Governo.
«L’affidabilità e rispettabilità del professor Draghi lo precedono, così come la sua capacità di ascolto. Non c’è un motivo valido, quindi, che gli impedisca di non ascoltare l’appello del Segretario e dei rappresentanti della Lega. Nei suoi confronti non abbiamo alcuna questione pregiudiziale: come ha ricordato il nostro Presidente Zaia, chi ascolterà le istanze del nostro Popolo sarà un interlocutore che merita la nostra attenzione e il confronto. I Veneti sono persone pragmatiche, e hanno già perso troppo tempo con ministri come Boccia o Provenzano che fingevano di interessarsi di Autonomia quando invece - conclude Villanova - puntavano solo al centralismo».
Canoni demaniali marittimi – Dolfin (LV): «Altro che ristori. Il Governo ha aumentato fino a sette volte i costi delle concessioni per i piccoli stabilimenti balneari e rimessaggi di barche. Queste imprese hanno bisogno di aiuti, non salassi»
Venezia, 4 febbraio 2021 - «Il lockdown e la crisi economica da Covid-19 hanno messo a dura prova il settore del turismo balneare: la stagione estiva è stata fortemente compromessa dalla pandemia e i prossimi mesi si prospettano molto in salita per i gestori di stabilimenti, bar o rimessaggi di barche. Nonostante questo, però, il Governo ha deciso con il decreto «Agosto» di aumentare la soglia minima dei canoni demaniali marittimi da 362,90 a 2.500 euro annui. Una follia, per i titolari delle micro e piccole concessioni non commerciali. Le imprese avrebbero bisogno ora solamente di ristori e misure a sostegno del lavoro e del reddito, e non di aggravi di costi che rischiano solo di aggravare la sofferenza. Per questo motivo ho presentato una mozione per chiedere alla Giunta regionale del Veneto di farsi portavoce con il Governo ed evitare questi aumenti spropositati». Ad annunciarlo è Marco Dolfin, consigliere regionale del Gruppo Liga Veneta per Salvini premier.
«Questa crescita esponenziale dei canoni non è stata imposta solo agli stabilimenti balneari, ma anche ai titolari di micro e piccole concessioni sul demanio marittimo – spiega Dolfin -. Parliamo quindi di ormeggi privati, cartelli pubblicitari, edicole, rimessaggi di surf e windsurf, campi da beach volley di associazioni sportive e dilettantistiche. Realtà che hanno quindi visto pressoché azzerarsi le entrate nell’ultima stagione. A fronte di costi così elevati a molte realtà, per lo più a conduzione familiare, non resterà altra strada che chiudere. Non possiamo permettere che questo settore, così importante per l’economia della nostra regione, ma anche per il mantenimento delle nostre spiagge, sia messo in ginocchio da un Governo che, evidentemente, ha l’unico obiettivo di “fare cassa”».
Rigo (LV): «Preoccupante il progetto di una grande discarica di scarti di auto in una zona dalle eccellenze enogastronomiche. Urgente ripensare le politiche ambientali dell’UE»
Venezia, 29 gennaio 2021 - «Il progetto del Car Fluff che dovrà essere aperto a Sorgà, nel Veronese, sta davvero creando non poche preoccupazioni nei residenti e gli amministratori. Aprire una grande discarica di scarti di auto, con tutti i rischi ambientali che ne deriveranno, in una zona a spiccata vocazione agricola, dove vengono coltivate eccellenze agroalimentari come il riso IGP e il radicchio IGP, non sembra una scelta molto lungimirante. Il progetto è ancora in fase di pre-istruttoria negli uffici della Regione del Veneto: i tecnici stanno ancora esaminando la regolarità dei documenti presentati. Come amministratori regionali, sarà nostra premura monitorare la questione per verificarne gli impatti sulla viabilità e sull’equilibrio ambientale della zona che preoccupa cittadini, amministratori, agricoltori e associazioni venatorie che vivono ogni giorno questo territorio. È però urgente anche ragionare in prospettiva sulle modalità di smaltimento dei veicoli ormai obsoleti, anche in funzione delle stringenti politiche ambientali dell’Unione Europea in materia di diesel Euro 4 che potrebbero avere profondi impatti sullo smaltimento di veicoli». A dirlo è Filippo Rigo, consigliere regionale del Gruppo Liga Veneta per Salvini Premier.
«Al momento l’Unione Europea ha sospeso l’obbligo di dismettere tutti i diesel euro 4 – precisa Rigo -, ma la questione è solamente rimandata. Dover adempiere a questa imposizione provocherebbe un enorme danno economico per le famiglie, costrette a dismettere e cambiare auto a favore di un veicolo più moderno. L’Ue dovrebbe anche considerare le conseguenze delle proprie politiche ecologiche. La dismissione di quasi un terzo del parco auto nazionale andrebbe attentamente valutata anche in relazione alle ricadute sull'intero e già provato sistema di gestione dei rifiuti di origine produttiva. In particolare, il fabbisogno di smaltimento dei residui dalla lavorazione del Car Fluff comporterebbe l'immancabile ricerca di nuove aree di discariche. E questo comporterebbe un rischio di ulteriore consumo di suolo, considerata l'attuale carenza di offerta di smaltimento, e un concreto pericolo per la salute pubblica. Ancora una volta Bruxelles si dimostra troppo lontana dalla vita reale dei cittadini».