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5 Febbraio 2021
Autonomia – Villanova (ZP): «Su Draghi non c’è alcun pregiudizio. Il nuovo premier recuperi il tempo perso da chi ha remato contro i diritti e le aspettative del Veneto»
Venezia, 5 febbraio 2021 – «La figura di Mario Draghi è di alto profilo a livello internazionale. Vista la sua preparazione, siamo fiduciosi che possa valutare al meglio ciò che il Veneto chiede da tempo, l’Autonomia». Interviene così il capogruppo di Zaia Presidente, Alberto Villanova, per commentare la situazione politica nazionale e le trattative di Mario Draghi per formare il nuovo Governo. «L’affidabilità e rispettabilità del professor Draghi lo precedono, così come la sua capacità di ascolto. Non c’è un motivo valido, quindi, che gli impedisca di non ascoltare l’appello del Segretario e dei rappresentanti della Lega. Nei suoi confronti non abbiamo alcuna questione pregiudiziale: come ha ricordato il nostro Presidente Zaia, chi ascolterà le istanze del nostro Popolo sarà un interlocutore che merita la nostra attenzione e il confronto. I Veneti sono persone pragmatiche, e hanno già perso troppo tempo con ministri come Boccia o Provenzano che fingevano di interessarsi di Autonomia quando invece - conclude Villanova - puntavano solo al centralismo».
5 Febbraio 2021
PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Villanova (ZP): «Presentata una risoluzione contro un piano carente, senza visione del futuro, senza una precisa governance e fortemente sperequato con oltre il 67 per cento delle risorse al Sud. Il Veneto ha i progetti per ripartire subito con le adeguate risorse»
Venezia, 5 febbraio 2021 - «Era ancora novembre quando l’ormai ex Governo, con toni trionfali, annunciava la creazione di una task force per calare dall’alto la soluzione definitiva che avrebbe permesso all’Italia di risollevare le proprie sorti economiche grazie all’utilizzo ottimale dei fondi del Recovery Fund. Da allora sono ormai passati due mesi. Il Governo non solo ha fatto passi indietro su questo grande comitato di “tecnici”, ma si è anche dissolto nel nulla, lasciando l’Italia e il Veneto nella confusione più totale su quello che sarà il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quel piano che, a detta dell’Europa e del presidente della Repubblica Mattarella, rappresenta la nostra priorità. E ora, con tempi di presentazione e discussione che diventano di giorno in giorno sempre più stretti e assillanti, continuiamo a vedere un PNRR carente, privo di qualsiasi visione del futuro, senza una governance e fortemente sbilanciato verso una precisa area d’Italia. Il Veneto non può aspettare oltre, non può rischiare di vedere sfumare questa opportunità di risollevarsi dopo la crisi economica devastante che sta attraversando». Così Alberto Villanova, capogruppo in Consiglio regionale del Veneto di Zaia Presidente, commenta la presentazione della sua risoluzione con cui invita il Governo a risolvere subito le criticità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. «La strategia delineata nel PNRR comporta l’impegno nel breve periodo delle sovvenzioni che ammontano a 68.9 miliardi: viene espressa, infatti, la volontà di utilizzare il 70% delle sovvenzioni del RRF, il Recovery and Resilience Facility, pari a 48.23 miliardi, entro la fine 2022 e con limite di spesa entro il 2023, senza alcuna indicazione rispetto alle priorità di spesa scelte ed agli obiettivi di utilizzo della componente prestiti del dispositivo di Ripresa e Resilienza, la quale ammonta a 127.6 miliardi. Il piano, però, presenta lacune anche rispetto agli strumenti di governance, ossia riguardo i processi decisionali, di gestione e monitoraggio dello stesso. Non vengono però definite con precisione quali siano le “amministrazioni e le istituzioni competenti”. Viene solamente detto che il Governo presenterà al Parlamento un modello di governance, identificando le responsabilità di realizzazione, gli strumenti e le procedure di coordinamento con i Ministeri competenti, le relazioni con gli altri livelli istituzionali e di governance, il modello di monitoraggio dei progressi e dell’avanzamento in termini di spesa. Vista la centralità del tema, ci aspettiamo che il Governo sia più chiaro su questo fronte».
▪Recovery and Resilience Facility (RRF) di cui:       -Sovvenzioni   68.9 MLD -Prestiti        127.6 MLD 196.5 MLD
▪React EU   13.5 MLD
▪Just Transition Fund     0.5 MLD
▪MFF (Multiannual Financial Framework) Quadro Finanziario Pluriennale Cofinanziato da risorse interne per la metà   99.1 MLD
Risorse totali 2021-2029 309.6 MLD
  «Il REACT EU, che ammonta a 13,5 miliardi, ha invece l’obiettivo di fungere da ponte tra le due programmazioni quadro 2014-20 e 2021-27, per rispondere alle necessità di ripresa e rilancio dell’economia già da ora presenti in Italia. La Regione del Veneto non si è fatta trovare impreparata a questo appuntamento – continua Villanova – e ha già pronto da mesi un piano dettagliato, articolato in 155 schede, che illustra 13 macroprogetti da concludersi entro il 2026, proprio come prevedono le linee guida nazionali, e che rispetta le sei aree tematiche, le Missioni approvate dal Parlamento il 13 ottobre 2020: digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, formazione, ricerca e cultura, equità sociale, di genere e territoriale, salute. Questo perché sarebbe stato naturale coinvolgere le Regioni, in quanto Autorità di Gestione dei fondi strutturali erogati dall’Unione Europea, nel processo decisionale. E invece il Governo ha visto ancora una volta come una minaccia il coinvolgere gli enti locali nel processo decisionale e ha continuato a gestire a livello centrale il REACT-EU e gran parte del PNRR, in netta contrapposizione ad uno dei principi fondamentali che caratterizzano l’Unione Europea e soprattutto la nostra Costituzione, ovverosia il principio di sussidiarietà. Inoltre rispetto alla ripartizione dei fondi del PNRR, emerge un forte sbilanciamento delle risorse a favore delle regioni del Sud che non trova giustificazione alcuna né dai vincoli di destinazione, né dalla caratterizzazione dei fondi europei medesimi:
  • il 60% dei 500 milioni di euro destinati ai fondi di garanzia PMI sono riservati al Mezzogiorno (300 mil);
  • il 73% dei 1.500 milioni di euro del Fondo nuove competenze e altre politiche attive del lavoro sono riservati al sud (1.100 mil);
  • il 60% degli Interventi per la sostenibilità dei processi produttivi e l’economia circolare sono destinati al Mezzogiorno (180 su 300 mil).
C’è poi un'altra enorme criticità, vale a dire la decisione di inserire nel PNRR progetti già ratificati al fine di velocizzarne la messa in opera attraverso lo snellimento degli adempimenti burocratici: questa scelta, se da un lato favorisce l’attuazione di progetti già approvati, al contempo delinea la totale mancanza di prospettiva per il futuro. Il termine per la presentazione formale dei progetti è fissato al 30 aprile 2021. Questo però non significa che abbiamo tempo fino all’ultimo giorno: è fondamentale presentare il PNRR subito, per dare tempo all’Europa di esaminare i progetti preliminari, confrontarsi, aggiornarne i contenuti. Siamo già in drammatico ritardo. Nella mia risoluzione, che invieremo a tutte le forze economiche e sociali del Veneto e a tutti i parlamentari, invito il Governo a porre rimedio a queste numerose criticità, ma anche a coinvolgere le Regioni nella gestione del PNRR e a garantire una ripartizione più equa dei fondi. Spetterà a questo punto al premier incaricato Mario Draghi rimediare a tutti gli errori commessi, con preoccupate incompetenza, dal suo predecessore. Ci aspettiamo che, vista la sua esperienza e competenza, il nuovo presidente del Consiglio cambi decisamente rotta».
5 Febbraio 2021
Canoni demaniali marittimi – Dolfin (LV): «Altro che ristori. Il Governo ha aumentato fino a sette volte i costi delle concessioni per i piccoli stabilimenti balneari e rimessaggi di barche. Queste imprese hanno bisogno di aiuti, non salassi»
Venezia, 4 febbraio 2021 - «Il lockdown e la crisi economica da Covid-19 hanno messo a dura prova il settore del turismo balneare: la stagione estiva è stata fortemente compromessa dalla pandemia e i prossimi mesi si prospettano molto in salita per i gestori di stabilimenti, bar o rimessaggi di barche. Nonostante questo, però, il Governo ha deciso con il decreto «Agosto» di aumentare la soglia minima dei canoni demaniali marittimi da 362,90 a 2.500 euro annui. Una follia, per i titolari delle micro e piccole concessioni non commerciali. Le imprese avrebbero bisogno ora solamente di ristori e misure a sostegno del lavoro e del reddito, e non di aggravi di costi che rischiano solo di aggravare la sofferenza. Per questo motivo ho presentato una mozione per chiedere alla Giunta regionale del Veneto di farsi portavoce con il Governo ed evitare questi aumenti spropositati». Ad annunciarlo è Marco Dolfin, consigliere regionale del Gruppo Liga Veneta per Salvini premier. «Questa crescita esponenziale dei canoni non è stata imposta solo agli stabilimenti balneari, ma anche ai titolari di micro e piccole concessioni sul demanio marittimo – spiega Dolfin -. Parliamo quindi di ormeggi privati, cartelli pubblicitari, edicole, rimessaggi di surf e windsurf, campi da beach volley di associazioni sportive e dilettantistiche. Realtà che hanno quindi visto pressoché azzerarsi le entrate nell’ultima stagione. A fronte di costi così elevati a molte realtà, per lo più a conduzione familiare, non resterà altra strada che chiudere. Non possiamo permettere che questo settore, così importante per l’economia della nostra regione, ma anche per il mantenimento delle nostre spiagge, sia messo in ginocchio da un Governo che, evidentemente, ha l’unico obiettivo di “fare cassa”».
29 Gennaio 2021
Rigo (LV): «Preoccupante il progetto di una grande discarica di scarti di auto in una zona dalle eccellenze enogastronomiche. Urgente ripensare le politiche ambientali dell’UE»
Venezia, 29 gennaio 2021 - «Il progetto del Car Fluff che dovrà essere aperto a Sorgà, nel Veronese, sta davvero creando non poche preoccupazioni nei residenti e gli amministratori. Aprire una grande discarica di scarti di auto, con tutti i rischi ambientali che ne deriveranno, in una zona a spiccata vocazione agricola, dove vengono coltivate eccellenze agroalimentari come il riso IGP e il radicchio IGP, non sembra una scelta molto lungimirante. Il progetto è ancora in fase di pre-istruttoria negli uffici della Regione del Veneto: i tecnici stanno ancora esaminando la regolarità dei documenti presentati. Come amministratori regionali, sarà nostra premura monitorare la questione per verificarne gli impatti sulla viabilità e sull’equilibrio ambientale della zona che preoccupa cittadini, amministratori, agricoltori e associazioni venatorie che vivono ogni giorno questo territorio. È però urgente anche ragionare in prospettiva sulle modalità di smaltimento dei veicoli ormai obsoleti, anche in funzione delle stringenti politiche ambientali dell’Unione Europea in materia di diesel Euro 4 che potrebbero avere profondi impatti sullo smaltimento di veicoli». A dirlo è Filippo Rigo, consigliere regionale del Gruppo Liga Veneta per Salvini Premier. «Al momento l’Unione Europea ha sospeso l’obbligo di dismettere tutti i diesel euro 4 – precisa Rigo -, ma la questione è solamente rimandata. Dover adempiere a questa imposizione provocherebbe un enorme danno economico per le famiglie, costrette a dismettere e cambiare auto a favore di un veicolo più moderno. L’Ue dovrebbe anche considerare le conseguenze delle proprie politiche ecologiche. La dismissione di quasi un terzo del parco auto nazionale andrebbe attentamente valutata anche in relazione alle ricadute sull'intero e già provato sistema di gestione dei rifiuti di origine produttiva. In particolare, il fabbisogno di smaltimento dei residui dalla lavorazione del Car Fluff comporterebbe l'immancabile ricerca di nuove aree di discariche. E questo comporterebbe un rischio di ulteriore consumo di suolo, considerata l'attuale carenza di offerta di smaltimento, e un concreto pericolo per la salute pubblica. Ancora una volta Bruxelles si dimostra troppo lontana dalla vita reale dei cittadini».
29 Gennaio 2021
PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Villanova (ZP): «Oltre il 67% delle risorse al Mezzogiorno. Le briciole al Nord offendono le nostre imprese e affondano la ripresa del Paese Italia»
Venezia, 29 gennaio 2021 – «La strategia adottata dal Governo a proposito del Recovery Fund è una offesa ad una della aree più produttive d'Europa. Più approfondiamo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e più aumentano i dubbi su quanto deciso da quel che fu del Governo. Pur volendo lasciar perdere  il fatto che le Regioni non sono state coinvolte in questo piano, sebbene dovrebbero essere le prime interessate in quanto destinatarie dei fondi,  è tutto l’impianto metodologico del dispositivo che non regge. Il PNRR, ha deciso di concentrare il 67,4% degli interventi al Sud. Uno sbilanciamento di risorse inqualificabile, ingiusto e offensivo nei confronti dei nostri imprenditori. Ci avevano detto che il Piano era nazionale, ma da quello che leggo, è tagliato e cucito su misura solo di qualcuno». Alberto Villanova, Presidente Intergruppo Zaia Presidente - LigaVeneta per Salvini Premier in Consiglio regionale del Veneto, commenta così le anticipazioni sul Piano nazionale di Ripresa e Resilienza approvato poche settimane fa dal Consiglio dei Ministri. «Solo per fare qualche esempio circa la sperequazione territoriale del PNRR:
  • il 60% dei 500 milioni di euro destinati ai fondi di garanzia PMI sono riservati al Mezzogiorno (300 milioni);
  • il 73% dei 1.500 milioni di euro del Fondo nuove competenze e altre politiche attive del lavoro sono riservati al sud (1.100 milioni);
  • il 60% degli Interventi per la sostenibilità dei processi produttivi e l’economia circolare sono destinati al Mezzogiorno (180 su 300 milioni)
Uno squilibrio che non solo non rispetta un’equa ripartizione dei fondi, ma che va anche contro le modalità previste dall’Unione Europea. Una delle condizioni imposte da Bruxelles per la ripartizione, infatti, è anche quella della valutazione della capacità di spesa dei destinatari e della immediata cantierabilità dei progetti. Condizioni che il Veneto ha già dimostrato di saper rispettare, in passato, con un utilizzo adeguato dei fondi europei fin qui ricevuti. Due mesi fa la Regione del Veneto ha presentato un elenco di 155 progetti molto ambizioso e soprattutto molto concreto, attivabili nell’immediato. Progetti che potrebbero davvero imprimere una svolta nella nostra economia sferzata da una crisi senza precedenti. Spero che appena Conte, Renzi e Zingaretti avranno finito di litigare, ci sarà la decenza rivedere profondamente e velocemente questo Piano. Perché l'obiettivo del Piano di Ripresa dovrebbe essere nazionale, per tutto il Paese, non solo per qualcuno"- conclude Villanova.
28 Gennaio 2021
Crac delle Banche Venete – Favero (LV): «Il Governo tuteli i risparmiatori e le imprese e solleciti i rimborsi, chiedendo attenzione e umanità ad AMCO nel recupero crediti»
Venezia, 28 gennaio 2021 - «Ho ricevuto moltissime sollecitazioni da parte degli ex soci di Veneto Banca che aspettano ancora di essere rimborsati attraverso il Fir, il Fondo indennizzo risparmiatori. Solo pochi mesi fa il Fir ha iniziato le procedure di rimborso, procedure che stanno andando a rilento. In molti non hanno ancora ricevuto nulla e coloro che hanno ricevuto un primo ristoro hanno ottenuto solo il 12% di quanto perso e non il 30%, cioè un anticipo. Non si può attendere ancora oltre. Per questo motivo, dopo averne discusso in maggioranza, ho depositato una mozione per sollecitare il Governo a far sì che i risparmiatori vengano rimborsati al più presto: una quota significativa di essi sono persone anziane che avevano acquistato le azioni, dopo anni di sacrifici, come forma di risparmio per la vecchiaia e che potrebbero avere urgenza di recuperare almeno una parte dei risparmi di una vita per poter soddisfare le loro necessità individuali e quelle dei propri figli o familiari». Ad annunciarlo è Marzio Favero, consigliere regionale del Gruppo Liga veneta per Salvini premier. «Quando è esplosa la crisi di Veneto Banca ero sindaco di Montebelluna – continua il consigliere leghista -. Ho potuto toccare con mano la sofferenza dei risparmiatori e degli imprenditori che vedevano in Veneto Banca non un semplice istituto bancario, ma la loro casa, una certezza di garanzia per i loro risparmi e investimenti. E un discorso analogo deve essere fatto anche per gli ex soci di Banca Popolare di Vicenza. Oltre a questo tema è anche da porre particolare attenzione all’attività dell’AMCO, la compagnia incaricata del recupero crediti. Il nostro territorio è stato attraversato da una profonda crisi economica dal 2008 al 2018. Molte imprese hanno dovuto far fronte a grandi difficoltà. Alcune di loro non si sono mai riprese e hanno dovuto chiudere, con grande sofferenza delle famiglie dei lavoratori che ruotavano attorno ad esse. È di fondamentale importanza che le procedure di recupero crediti siano condotte con attenzione, equilibrio e umanità, anche in considerazione della ulteriore emergenza economica e sociale creata dal Covid.  A fronte dei crediti incagliati, è dovere di tutti gli amministratori di AMCO salvare quante più imprese possibili». Peraltro è notizia degli ultimi giorni che i tribunali hanno particolare difficoltà a portare avanti il processo nei confronti dei responsabili del crac delle banche popolari venete, e questo a causa della carenza di personale. Si tratta di una situazione che sta angosciando gli ex soci che chiedono giustizia.  
28 Gennaio 2021
Ambiente – Rizzotto (ZP): «Deflusso ecologico. Mozione in Consiglio regionale per chiedere ulteriori accertamenti sulla sostenibilità delle deroghe»
Venezia 28 gennaio 2021  - “Ho ascoltato Enti ed autorità di bacino, ENEL, ed Associazioni di categoria, in Commissione, raccogliendo le istanze del territorio. Credo che sia da approfondire la possibilità di deroghe sulla Direttiva acque per l’applicazione del deflusso ecologico per il Piave e per il Brenta, valutando anche una fase di sperimentazione. Per le categorie economiche che vivono e lavorano in queste zone, bisogna considerare con estrema attenzione le conseguenze che deriverebbero dalla applicazione delle norme”. È così che motiva il Presidente della Seconda Commissione, la consigliera regionale Silvia Rizzotto (Zaia Presidente), la presentazione di una sua mozione in consiglio regionale sulla Direttiva Quadro sulle Acque e la sua applicazione del deflusso ecologico. “La Direttiva Quadro sulle Acque – spiega la consigliera -  ha definito un programma per la protezione della risorsa idrica prevedendo, per ciascun distretto idrografico, la predisposizione di misure per raggiungere ‘lo stato buono’ di tutte le acque. Il fatto è che tra queste misure figura anche l’introduzione del deflusso ecologico, che impone un maggiore rilascio delle acque a valle delle opere di presa lungo i fiumi. Associazioni di categoria, Enti ed autorita' come l'ENEL, con le quali mi sono interfacciata e che ho appositamente audito in queste settimane, e Amministrazioni comunali del territorio, evidenziano però, che i cambiamenti climatici in atto non sarebbero stati considerati, con potenziali e negative conseguenze sul territorio e sui centri urbani. Spiegato il motivo di questa mozione: chiedo alla Autorità di Bacino competente ulteriori accertamenti per capire meglio come procedere, in particolare per il Piave ed il Brenta”, conclude Silvia Rizzotto.  
28 Gennaio 2021
Fondi Ue – Scatto (ZP): «Oltre 1800 mln di euro in arrivo, Veneto regione modello nell’impiego risorse per politiche del lavoro e di coesione»
Venezia 28 gennaio 2021 – “La prossima programmazione europea 2021-2027 per le politiche di coesione potrà contare su una dote complessiva di oltre 1800 milioni di euro. Calcolando i 1074 milioni di euro previsti per i piani operativi integrati Fse e Fesr e i 750 milioni attesi dal Next Generation EU, il Veneto potrà avere a disposizione in questo decennio una ‘leva’ finanziaria mai conosciuta sinora per le politiche per i giovani, le donne, il lavoro, l’innovazione, lo sviluppo e la coesione sociale”. La presidente della sesta commissione consiliare Francesca Scatto (ZP) – all’indomani dell’incontro tra la commissione Cultura e Formazione e l’assessore regionale al Lavoro, alla Formazione e Istruzione Elena Donazzan e il responsabile dell’Area capitale Umano della Regione Santo Romano -   mette l’accento sulla grande sfida che attende il Veneto in materia di occupazione lavoro, innovazione, ricerca, coesione sociale e contrasto alla povertà, alla luce del quadro finanziario dei fondi europei attesi. “Un quadro finanziario imponente – sottolinea la presidente - che la Regione Veneto saprà gestire sicuramente al meglio, forte delle ‘best practices’ messe in campo in questi anni, dei risultati conseguiti con la programmazione 2014-2020 certificati dal Comitato di Sorveglianza e dalle Autorità europee, dalle capacità del ‘team’ tecnico della struttura regionale Capitale Umano che ha supportato la progettazione e la gestione di interventi strategici e piani operativi, e del grande coinvolgimento delle istituzioni locali e delle parti sociali coinvolte nel tavolo unico di partenariato fortemente voluto dal presidente Zaia e allargato a 86 soggetti”. “Se andiamo a guardare i risultati raggiunti con il piano operativo Fse 2014-2021, che ha impegnato 764 milioni di euro – analizza Scatto – vediamo che il Veneto, non solo ha saputo rispettare i tempi e portare in meta tutti i progetti presentati dimostrando di essere una realtà di eccellenza nell’impiego dei fondi Ue, ma soprattutto ha saputo sperimentare e affermare nuovi approcci al problema occupazionale e modelli efficaci di politiche attive per il lavoro. La strategia di puntare su formazione, imprese e dignità delle persone, investendo su formazione, orientamento, accompagnamento delle crisi aziendali e delle persone disoccupate, assegni per il lavoro, inserimento delle donne, programmi integrati di coesione territoriale per i soggetti più fragili, e, da ultimo con la misura innovativa dei contributi salariali alle imprese che reintegrano i propri lavoratori nonostante la crisi Covid, rappresenta quanto di più valido e alternativo rispetto al modello assistenzialista e fallimentare del reddito di cittadinanza”. “La commissione Cultura e Formazione, nel proprio ruolo di organo di indirizzo e di controllo – conclude la presidente dell’organo consiliare – è pronta ad affiancare le strutture regionali con pieno spirito di collaborazione nell’imponente lavoro di progettazione che ci attende e che dovrà coinvolgere le migliori energie della società veneta. Penso al mondo universitario: gli atenei del Veneto già protagonisti di interessanti programmi di rientro di giovani ricercatori che hanno coinvolto sinora 4mila giovani e di iniziative di valorizzazione della competitività di centinaia di imprese, potranno essere in prima linea nel perseguire i nuovi obiettivi che la Ue ci chiede, e cioè incremento del numero dei laureati in Veneto, sviluppo di ricerca e innovazione, trasferimento di competenze tecnico-scientifiche nel territorio”.
28 Gennaio 2021
Agricoltura – Pan (LV): «La fusione tra consorzi agrari sia un processo democratico e non penalizzi l’esperienza mutualistica del Veneto»
Venezia 28 gennaio 2021 – «Conosciamo bene la storia e la forza dei due consorzi agrari del Veneto, strutture solide, con un secolo di storia e con bilanci in attivo, capaci di svolgere servizi importanti, a prezzi calmierati, per le imprese del mondo agricolo. Mi auguro che il progetto CAI non disperda questo patrimonio, diluendo in un grande contenitore nazionale esperienze e potenzialità del nostro territorio, che hanno consentito all’agricoltura veneta di raggiungere i primi posti per produttività nelle classifiche nazionali». Giuseppe Pan, consigliere regionale della Liga veneta per Salvini ed ex assessore regionale all’Agricoltura, si fa portavoce delle perplessità e delle preoccupazioni espresse oggi da alcune organizzazioni del mondo agricolo. «Abbiamo ascoltato i vertici di Confagricoltura, Cia e Copagri esprimere interrogativi, con toni e accenti diversi, sul piano industriale di questa operazione e riserve sul percorso di fusione intrapreso– dichiara Pan –. Le loro preoccupazioni sono anche le nostre e quelle di tante imprese agricole del Veneto che temono di perdere voce in capitolo, rappresentanza e capacità di azione nella futura governance del Consorzio nazionale. Mi auguro che il percorso intrapreso salvaguardi l’identità territoriale dei nostri produttori e i benefici che i due consorzi agrari del Veneto hanno sinora garantito alle imprese – conclude Pan – Chiediamo che le assemblee dei soci siano informate e coinvolte con la massima trasparenza su portata, costi e benefici del processo di aggregazione e sui progetti di sviluppo della futura piattaforma».
27 Gennaio 2021
Trasporto pubblico locale – Dolfin (LV): «Disdetta dei contratti da AVM Holding, dall’azienda politiche assurde. Non possiamo permettere che a pagare siano i lavoratori»
Venezia, 27 gennaio 2021 - «È assurdo che in tempo di crisi pandemica e di precaria situazione sociale, il Gruppo AVM Holding, l’Azienda Veneziana della Mobilità, decida come un fulmine a ciel sereno di stralciare gli accordi integrativi di 2° livello per tutti i lavoratori dipendenti dell’Azienda ACTV. Una decisione che avrà ricadute drammatiche non solo sul trasporto locale veneziano, ma anche e soprattutto sulle famiglie dei dipendenti coinvolte. La dirigenza aziendale deve fornire chiarimenti sulle logiche che l’hanno spinta a optare per una scelta così drastica che va a colpire i soli lavoratori dipendenti». A dirlo è Marco Dolfin, consigliere regionale del Gruppo Liga Veneta per Salvini premier. «Ho quindi sottoscritto una mozione presentata dai colleghi di minoranza – continua Dolfin -. È fondamentale che tutte le parti politiche si uniscano per chiedere all’assessore al Lavoro di farsi subito promotrice e garante nell’aprire un tavolo di discussione e di confronto con i vertici aziendali e le parti sociali. Dobbiamo assolutamente evitare che a pagare l’ennesimo scotto del sacrificio siano, ancora una volta, tutti i lavoratori e le loro famiglie».