Continua Sandonà: “Il progetto in questione è stato strutturato nei minimi dettagli, perché ha incluso indagini sul campo, scambi e visite tra i paesi coinvolti (Italia, Belgio, Bulgaria, Croazia, Francia, Romania, Spagna), incontri nelle scuole e con gli esperti, seminari di vario tipo, la creazione di blog e pagine sociale dedicate. Il tutto, con il monitoraggio costante del lavoro svolto e la pubblicazione di dati e ricerche su temi quali la disoccupazione, l’abbandono scolastico e il volontariato. Alla fine, c’è stato uno scambio di buone pratiche, nel caso dell’Italia si è parlato dell’iniziativa padovana Habile che valorizza ragazzi con lo spettro autistico. Si è creata, inoltre, una maggiore consapevolezza reciproca, concentrata sui modelli europei di risposta alla pandemia, i diversi sistemi di volontariato in Europa e il rafforzamento delle capacità costruttive dei singoli individui come pure delle organizzazioni. Faccio perciò i miei complimenti a chi ha portato avanti tutto questo, con l’auspicio di non fermarsi qui. Il futuro sta nelle comunità ‘glocali’, quelle, cioè, in grado di avere una visione globale del proprio futuro senza mai perdere le proprie radici e identità”.